cronaca

Davanti al palazzo della Regione con cartelli e peluche
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Loro non hanno consegnato le chiavi della propria attività, ma peluche, bavaglini e cavallini a dondolo.

Nel pomeriggio davanti al palazzo della Regione Liguria in piazza De Ferrari a Genova, come in altre città capoluogo d'Italia, si sono ritrovati una buona parte di coloro che ruotano attorno agli asili nido d'infanzia privati e che dal momento della chiusura provocata dall'emergenza coronavirus sono rimasti senza risposte.

Circa 200 tra titolari di strutture, educatori e genitori , sotto il coordinamento dell'Associazione Unitamente nata proprio durante l'emergenza, hanno manifestato pacificamente lasciando davanti al portone della Regione questi oggetti che fanno parte della quotidianità degli asili nido.

"Non andrà tutto bene per gli asili 0-3 anni" recitava un cartello
mentre la scritta "Infanzia dimenticata" ha ben sintetizzato cos'è accaduto finora a livello nazionale. "I fondi ai quali abbiamo diritto non sono ancora stati stanziati e non abbiamo ancora indicazioni precise su cosa verrà stanziato per noi" hanno sottolineato alcuni titolari di asili nido privati. Con loro anche alcuni genitori che soprattutto ora con la ripartenza di molte attività si trovano senza un appoggio sicuro per i propri figli.

"Il governo nelle linee guida non ha contemplato la popolazione 0/3 anni - ha denunciato l'assessore alla formazione Ilaria Cavo scesa con il presidente Toti e l'assessore Viale a colloquiare con i manifestanti - questo nonostante un documento mandato alla conferenza delle regioni che prevedeva una ripartenza dei centri estivi per tutta l'infanzia. Esiste un vuoto e vogliamo colmarlo: serve un dialogo costante con le altre regioni, un protocollo unico per avere regole chiare anche per il settore 0/3 ma il governo deve fare la sua parte".

"Su questo fronte stiamo lavorando come regioni unitariamente -ha aggiunto il presidente della Regione Giovanni Toti - per cercare di prevedere una ripartenza comune. In caso non fosse possibile siamo pronti a lavorare in autonomia per dare risposte anche a questa fascia di età dimenticata".