politica

L'analisi dell'ex senatore
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In questi ultimi giorni il dibattito politico è stato animato da due questioni: il sostegno dell’Europa contro la crisi del coronavirus con riguardo all’utilizzo del MES, la nomina del Governo di una Task Force per far ripartire il Paese immerso in una crisi economica senza precedenti.

Sul primo punto, il dibattito sull’accettazione o meno dei finanziamenti europei tramite il MES è diventato una pura guerra di comunicazione che tende soprattutto a nascondere la realtà del problema. Premesso che il premier Conte ha mostrato tutta la sua inesperienza attaccando Salvini e la Meloni sulla tv di Stato,in un momento nel quale dovrebbe avvertire, in quanto Presidente del Consiglio,prima di ogni altro la necessità di tenere unito il Paese rapportandosi costruttivamente con i rappresentanti delle opposizioni, hanno sbagliato Salvini e la Meloni ad usare toni esagerati ignorando ciò che realmente è accaduto in Europa dal 2010 ad oggi. Il MES venne trattato, istruito e sottoscritto negli anni 2010 e 2011 dai capi di Governo di allora .

Per l’Italia a Bruxelles i protagonisti della trattativa furono il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il ministro dell’Economia Giulio Tremonti. Al Consiglio europeo del 25 marzo 2011 i capi di governo dell’Europa intera concordarono e sottoscrissero l’impegno che l’utilizzo del MES avrebbe comportato il rispetto di una rigorosa condizionalità. In pratica accettarono la clausola di affidare alla Troika il diritto di venire a verificare in qualsiasi momento come venivano spesi i soldi nei Paesi che avevano ricorso al MES (come poi fecero nei confronti della Grecia) .

Il Governo Berlusconi di allora era sostenuto da una maggioranza composta da Forza Italia,Lega,Alleanza Nazionale (diventata poi Fratelli d’Italia). Lo spread in quei giorni era salito oltre i 500 punti base. Il nostro Paese – non è male ricordare – era sull’orlo del baratro. Il MES venne ratificato dal Parlamento nel 2012 su iniziativa del Governo Monti. Anch’io come tutti ,responsabilmente, votai a favore dell’accordo.

L’accordo fatto nei giorni scorsi a Bruxelles cambia in parte il MES del 2010. Sbagliano i ministri del PD ad esaltare l’accordo,sbaglia il premier Conte a rifiutare il nuovo MES puntando sempre sugli  Eurobond sapendo che i tedeschi faranno di tutto per non licenziare questo strumento finanziario. Il MES concordato in sede UE vale per l’Italia 37 miliardi una cifra importante, non decisiva ai fini della nostra tenuta economica, ma utile per potenziare il nostro sistema sanitario.

Il MES è diverso da quello pensato nel 2010-2011? In parte si perché è stata tolta la clausola di condizionalità ,però contiene un’altra clausola assai negativa. La clausola negativa è che questo tipo di finanziamento,nel caso venga ratificato dalla riunione dei capi di Governo prevista il 16 e 23 aprile, verrà considerato dalla UE un debito senior ,un debito cioè che in caso di default è super garantito, deve cioè essere rimborsato prima degli altri debiti che ciascun Paese in altri momenti ha sottoscritto.

Passiamo alla nomina della Task Force voluta dal Governo Conte. Sono 17 persone che affiancheranno gli scienziati che finora hanno consigliato il Governo nella gestione della crisi sul versante sanitario. Sono persone assai titolate,individuate per aiutare il Governo nelle scelte che dovranno essere effettuate nella fase due,la fase dell’apertura alla normalità, della ripartenza. La Task Force sarà guidata da Vittorio Colao manager di successo con laurea alla Bocconi,master ad Harvard , lunga esperienza in McKinsey, amministratore delegato di Omnitel e poi di Vodafone spa.

Gli altri 16 componenti del gruppo sono esperti nei processi produttivi, nella organizzazione del lavoro, nella innovazione tecnologica,nel diritto del lavoro,nella statistica, nella sociologia, nella salute mentale, nella psicologia, nell’economia pubblica,nel rapporti con le aziende pubbliche. Tutte persone con curriculum assai prestigioso; molti di loro si sono affermati e operano ancora oggi all’estero.

Per capire il ruolo e la funzione di questa Task Force occorrerà leggere nei prossimi giorni gli atti deliberativi approvati dal Governo. Fin d’ora è possibile fare qualche osservazione. Un gruppo di 16 persone sembra più funzionale ad una commissione di esperti che formulano pareri anziché una squadra operativa che cogestisce con il Governo la fase due. Sedici persone con professionalità diverse che operano in Paesi diversi all’estero, danno l’impressione di essere stati chiamati per formare un Ufficio Studi di qualità. Non si capisce perché questo gruppo, così sembra dalla interpretazione che ne hanno dato i mass media ,dovrebbe affiancare gli esperti – scienziati della sanità avendo obiettivi e funzioni assai diverse.

Quali sono i poteri affidati al manager Vittorio Colao? Si vedrà. Se si voleva creare un "Brain Trust" di alto livello composto di grandi esperti economisti e giuristi con il compito di affidare loro la formulazione di analisi e proposte concrete doveva essere scelta un’altra strada. Si potevano "richiamare alle armi" personaggi di cui è ricco il nostro Paese ,persone esperte che in Italia hanno ricoperto nel passato ruoli fondamentali e strategici.

Si dovevano coinvolgere protagonisti qualificati
che da anni operano con successo in settori strategici. Stupisce che nell’elenco dei 16 non figurano rappresentanti degli imprenditori e degli istituti di credito in un Paese bancocentrico che per affrontare al meglio la crisi nella quale sta precipitando l’Italia sta per chiedere proprie alle banche e agli imprenditori privati di dare il meglio di sé.

*Luigi Grillo - già senatore della Dc, di Forza Italia e dopo del Popolo della Libertà.