cronaca

E per la scuola meglio la mascherina chirurgica di quella in stoffa
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 "Se parliamo di vaccini direi che conviene parlare prima di quella anti influenzale che quella anti Covid", così Giancarlo Icardi, direttore del Dipartimento Igiene dell'Università di Genova, commenta le ultime notizie di questi giorni, spiegando anche il motivo del suo scetticismo. "Può essere una possibilità che il vaccino per il Covid sia già pronto a novembre, ma la filiera ne dovrà produrre milioni e servirà tempo. Il vaccino anti influenzale che ogni anno deve essere approntato in base ai ceppi influenzali che girano, nonostante esistano già alcuni tipi ormai rodati negli anni, per produrre un lotto singolo ci vogliono 6 mesi, di solito ogni anno si inizia a lavorare a febbraio-marzo per averlo entro settembre ottobre. Il vaccino per il Coronavirus, quindi, credo sarà molto difficile da avere per questa stagione che stiamo per affrontare".

Altro tema caldo di queste ultime ore è quello della scuola, per cui il Comitato tecnico scientifico si è espresso sull'uso della mascherina: obbligatoria dai 6 anni in su, ma non in classe se viene rispettato il metro di distanza. "Credo che sia una scelta giusta e vorrei sottolineare come l'utilizzo della mascherina chirurgica fornita direttamente dagli istituti sia decisamente più igienico di quelle in stoffa. Poi, dato che ormai tra i giovani è diventata anche un oggetto 'fashion', se ci saranno delle deroghe sull'utilizzo di quelle in stoffa va bene lo stesso, ma bisogna accuratamente igienizzarle". E ai genitori una raccomandazione: "Bisognerà mantenere la calma alle prime febbri, sappiamo che con l'inizio delle scuole aumenteranno le infezioni respiratorie. Consiglio di rivolgersi al medico curante ma di agire con precauzione e mente lucida". 

Intanto crescono i tamponi in Italia e in Liguria: per l'autunno ci sarà un aumento notevole per garantire la maggior possibilità di individuare i casi. L'obbiettivo è quello di arrivare a superare i 3 mila tamponi giornalieri in caso di necessità, rispetto ai 1500-2000 che vengono effettuati adesso. "Siamo in una fase di transizione del virus, in questo momento la strategia è diversa rispetto a quando eravamo in piena epidemia. Stiamo cercando i casi sintomatici, che per fortuna sono pochi, i contatti di casi e facciamo attività di screening per isolare più velocemente i positivi e limitare la diffusione dei contagi. Se prima ad essere colpita era la fascia più debole della popolazione, con conseguenze molto gravi, adesso l'età media tra gli ultimi contagiati si è abbassata a 29 anni, ma il livello di guardia va tenuto alto in vista dell'autunno. Per i numeri di adesso non abbiamo il sistema sanitario non è stressato, ma dobbiamo mantenere così la situazione e proteggere i più deboli".