cronaca

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Non si sarebbe mai aspettata 6 mesi fa prima di partire per il suo master a Dubai che sarebbe tornata su un volo di rimpatrio con un altro centinaio di italiani, tutti con mascherine, guanti e distanze di sicurezza. Così Camilla Assenza, giovane genovese, è tornata a casa dopo due mesi di lockdown. Prima la chiamata dell’ambasciata, poi le 7 ore di viaggio su un piccolo aereo fino a Napoli, altri due scali a Roma e Milano fino all’arrivo nel capoluogo ligure. “È stata una avventura, anche se io ero abbastanza tranquilla, ma viaggiando in questa situazione l’ansia te la trasmettono gli altri”, ha commentato Camilla in collegamento Skype su Primocanale, anche perché adesso la aspettano due settimane di quarantena.

Ma intanto ne viene da quasi due mesi di restrizioni ben più severe rispetto a quelle italiane. “Non sono mai uscita una volta da casa, la spesa la ordinavo online, ed in 50 minuti arriva a casa. Stessa cosa per la farmacia”, ha proseguito nel racconto Camilla. “Passeggiate ed attività fisica fuori erano proibite, per prendere aria si poteva solo uscire dal palazzo, stare li davanti senza passeggiare con mascherina e guanti e rientrare. Per uscire era obbligatorio compilare un format online sul sito del governo, indicando motivo dell’uscita, orario e luogo di partenza e di arrivo, e bisognava aspettare il messaggio di conferma. Questo perché uscire per comprare generi alimentari era permesso non più di una volta ogni tre giorni, uguale farmacia, e per esempio ritirare soldi o andare in banca solo una volta a settimana. Per ogni attività era assegnato una durata massima, ad esempio 3 ore per la spesa e 1 per ritirare soldi”.

Fortunatamente a impegnare le giornate ci ha pensato la buona cucina italiana, per cui tra dolci e tortellini fatti in casa il tempo è volato. E la nostalgia dell'Italia si è fatta sentire un pochino meno. "Vedendo tutti i video di musica dai balconi o di aperitivi "digitali" e feste telematiche, che hanno mostrato la voglia di stare comunque insieme nonostante le distanze, un po' di magone mi veniva", ha ammesso. "Ma devo spezzare una lancia in favore degli Emirati Arabi dove c’è un vero rispetto delle regole, mascherina e guanti sono obbligatori, sempre e ovunque. Prima di entrare in qualsiasi negozio o nel proprio palazzo viene effettuata a tutti la misurazione della temperatura".