salute e medicina

Casi di bullismo nei confronti di alcuni bimbi, crollo nei ristoranti
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"Sono quello di sempre, non sono un virus". La comunita' cinese e italo-cinese di Genova è scesa in piazza, in largo Pertini, davanti al Teatro Carlo Felice. Bandierine rosse e tricolori, al presidio hanno partecipato anche tanti italiani. "La gente ha paura di entrare nei nostri ristoranti, nelle nostre attività commerciali. C'è un crollo totale delle presenze: per le sole attività di ristorazione, i clienti sono diminuiti dal 50 al 70%. Ci sono locali che facevano 200-300 coperti al giorno, che ora hanno più dipendenti che clienti", denuncia il portavoce Giorgio Wong.

Una situazione che, a lungo andare, non danneggia solo la comunita' cinese ma, a cascata, anche i fornitori che per l'80% sono italiani. "Dobbiamo far passare il messaggio che non bisogna aver paura di noi cinesi perché non siamo virus", spiega Wong. "La gente per strada ci guarda con preoccupazione, si allontana magari coprendosi il volto. Ma viviamo qui come voi, abbiamo le stesse possibilità di ammalarci che avete voi. Siamo i primi ad avere a cura la nostra salute e quella del nostro personale".

La comunità cinese a Genova è composta da circa 2.500 persone, che diventano 3.500 a livello regionale se si considerano anche gli studenti universitari. A causa del proliferare di un eccessivo allarmismo, accresciuto anche dalle fake news che circolano sui social network, il timore della comunità asiatica è quello di diventare sempre più isolata. "Abbiamo avuto segnalazioni di qualche atto di bullismo da parte dei ragazzi più grandi, è questione di mancanza di rispetto. Le famiglie dovrebbero far capire ai ragazzi che molte notizie allarmistiche che girano sono false", denuncia il portavoce.

La partecipazione di molti italiani al presidio è una piacevole sorpresa per Wong: "Vuol dire che la comunità genovese è con noi. Abbiamo fatto un appello a tutti quelli che ci conoscono, che frequentano i nostri locali, affinché venissero a manifestare con noi. Sicuramente e' una buona cosa".