cronaca

Le donne sono costrette a una convivenza forzata con mariti violenti
1 minuto e 32 secondi di lettura
Un lieve aumento delle liti in famiglia mentre sono in leggero calo le chiamate per chiedere aiuto dopo una violenza. E' quanto registrato dalle volanti della polizia di Genova dall'8 marzo a oggi. La diminuzione delle richieste di auto, sostengono gli investigatori, è dovuto alla impossibilità per molte donne di chiamare vista la convivenza forzata con mariti e compagni violenti.


"Per questo - sottolinea la dirigente delle volanti Anna Leuci - è importantissimo in questo periodo legato all'emergenza Coronavirus usare l'applicazione YouPol. Anche un vicino di casa, un testimone può contattarci e contribuire a salvare una donna in pericolo". La applicazione può essere usata, dopo averla scaricata sul cellulare, sia registrandosi come utente sia in forma anonima. Chi la usa viene geolocalizzato in modo da consentire agli agenti di capire subito dove intervenire. "E' uno strumento utilissimo - conclude Leuci - e lancio un appello a chiunque sappia di aggressioni, violenze e maltrattamenti, di non esitare a usarla. Una segnalazione tempestiva, anche anonima, consente di evitare situazioni e conseguenze gravi e di salvare una vita”.

Il problema in questo periodo di convivenza forzata per molte coppie non è il tempo infinto da trascorrere in casa, ma la condivisione degli spazi fisici. “Più gli spazi sono ridotti e maggiori sono le possibilità di conflitto proprio perché è più difficile trovare quei momenti d'intimità con se stessi necessari per andare avanti. Gli effetti dell'isolamento sulla coppia possono essere opposti, si può avere un'intensificazione dei conflitti o una rarefazione dei rapporti e degli scambi affettivi come un tentativo di isolarsi per mantenere intatta la propria identità, per non confondersi con l'altro e per non perdere il contatto con aspetti di sé indispensabili per vivere serenamente" chiarisce Adelia Lucattini, psicoanalista della Società Psicoanalitica Italiana.