salute e medicina

Nel frattempo ci sono i primi pazienti dimessi dalla nave ospedale
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“È la terza mattina che i numeri di accesso al pronto soccorso sono costanti, sempre alti ma costanti. Per fortuna non siamo in picco”, queste le parole del direttore del pronto soccorso dell’ospedale Galliera di Genova Paolo Cremonesi. Rispetto al fine settimana appena trascorso, sono quindi in leggero calo gli accessi di pazienti Covid-19. “Lo scorso fine settimana è stato molto pesante perché i numeri erano in continua crescita. Speriamo che si mantenga il trend attuale, è un segnale da considerare moderatamente positivo”, spiega il dottor Cremonesi.


Attualmente sono circa 170 gli ospedalizzati del Galliera positivi al coronavirus e i posti in terapia intensiva di tutti gli ospedali liguri sono quasi totalmente occupati. Ecco perché nonostante i numeri in queste ultime tre giornate siano costanti, è importante continuare a rispettare le regole e stare a casa. “Le misure devono essere rigorosamente rispettate perché il numero dei pazienti è sempre molto alto, ci sono anche molti decessi. È obbligatorio che le persone restino a casa perché è l’unico modo per diminuire i contagi e i ricoveri”, l’appello di Cremonesi. Inoltre, ultimamente negli ospedali si sono registrati di nuovo accessi di pazienti non connessi al virus Covid-19, pertanto l’appello a restare a casa è sempre più valido. “Non possiamo vanificare l’impegno fatto finora. Purtroppo vediamo un maggiore afflusso di persone e questo complica il nostro lavoro ma soprattutto non ci consente di dare le giuste cure alle persone che hanno bisogno. Per loro, state a casa”, l’appello di Carmelo Gagliano, presidente dell’ordine delle professioni infermieristiche di Genova.

Per quanto riguarda la nave ospedale, di cui Paolo Cremonesi è responsabile medico, sono attualmente una trentina i pazienti che stanno ultimando il percorso medico a bordo della struttura. “Stiamo già avendo le prime dimissioni e sabato mattina contiamo di aprire un nuovo modulo di 25 unità, e continueremo così a seconda dei bisogni degli ospedali”, spiega Cremonesi. “È un’ottima idea che in mondo sanitario ha supportato al massimo perché permette di alleggerire gli ospedali e lasciare posto a chi ne ha davvero bisogno”, conclude Cremonesi.