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 "Abbiamo accettato la proposta del M5s. Abbiamo scritto insieme le linee guida e accettato che siano loro a indicare il nome del premier". Lo ha detto il segretario del Pd Nicola Zingaretti al termine delle Consultazioni al Quirinale con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il Pd ufficializza, quindi, il sì al governo Conte bis con il M5s.

Anche Carlo Calenda ha preso la sua decisione, ovvero quella di lasciare il partito: "Lascio una dirigenza di cui non mi sento più parte, non una comunità che sono orgoglioso di rappresentare. Ai miei elettori devo innanzitutto coerenza".

"Scenderemo in piazza se questo governo dovesse nascere: a piazza Montecitorio il giorno della fiducia". Lo ha detto Giorgia Meloni di Fratelli d'Italia, aggiungendo "Noi siamo dalla parte della democrazia". E questa posizione è stata ribadita anche di fronte a Mattarella.

"Saremo all'opposizione in questo governo", ha subito chiarito Silvio Berlusconi la posizione di Forza Italia. "Siamo molto preoccupati  per il pericoloso scenario che sta delineandosi". 

"Dal Pd ci si aspetta di tutto, che chiede discontinuità dalla sua poltrona con lo stesso premier e gli stessi ministri", ha attaccato così Matteo Salvini il Partito democratico. "Questo è il primo governo che prima di nascere ha già iniziato a litigare. Non sarebbe più giusto far votare gli italiani per avere un governo più stabile per i prossimi cinque anni?", questa la domanda che la Lega ha posto al presidente della Repubblica. 

"C'è un accordo per un governo con il Pd e premier Conte", ha detto Luigi Di Maio, capo politico del Movimento 5 Stelle "Vogliamo rispettare le promesse fatte agli italiani, che il 4 marzo avevano votato per vedere i propri problemi risolti, non per risolvere i problemi di alcuni partiti. A me interessa il meglio per il paese e non il meglio per me stesso, io la scorsa primavera ho rinunciato all'incarico di premier e anche oggi rifiuto l'offerta della Lega. Non rinnego il lavoro fatto in questi 14 mesi insieme e li ringrazio per la proposta, ma non dobbiamo pensare agli incarichi". 

Resta ancora da sciogliere il nodo di Di Maio vicepremier, che proprio questa mattina ha creato nuove tensioni per l'accordo giallo-rosso. Intanto la nuova configurazione apre a nuove ipotesi anche in Liguria, in attesa delle elezioni per il governatore regionale nella primavera 2020. 


I COMMENTI

All’Italia serve più che mai un governo che deve però essere di svolta, serve in tempi brevi, come ha ricordato il presidente della Repubblica Mattarella”, così a Primocanale Alberto Pandolfo, segretario provinciale del Partito democratico a Genova. Alleanza Pd-5Stelle in Liguria? “La base è su trattativa nazionale, ma la proposta potrebbe essere di congiunzione anche a livello regionale come ha detto lo stesso Nardella (sindaco di Firenze ndr). Si può ragionare per punti programmatici, non solo le infrastrutture e i collegamenti ma anche la tutela ambientale e quella delle persone e dei servizi regionali", conclude Pandolfo

"La cosa principale è garantire una figura di garanzia per l’Italia, a livello di premier, qualcuno che ci faccia fare una buona figura per trattative e contatti con l’Unione europea", commenta Alice Salvatore, capogruppo in Regione del Movimento 5 Stelle. Che chiude alla possibilità di una alleanza regionale con il Pd: "A prescindere dagli accordi a livello nazionale, il Movimento 5 Stelle in Liguria prosegue ad essere indipendente e a lavorare sulle emergenze. Nessuna alleanza o coalizione elettorale con il PD"