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 E alla fine Luigi Merlo, ex presidente dell'Autorita' portuale di Genova, batte Raffaele Cantone, presidente dell'Autorita' nazionale anticorruzione (Anac). Il Tar del Lazio ha infatti accolto il ricorso contro la "condanna" di Merlo per il suo passaggio alle dipendenze di Msc prima che fossero trascorsi tre anni dall'uscita dal Porto (ne erano passati due) come invece prevede la regola per i dipendenti della pubblica amministrazione.


Oltre a dare ragione a Merlo, che comunque si è dimesso da Msc e sulla cui correttezza nessuno aveva mai avanzato il minimo dubbio, la sentenza del Tar è di particolare interesse laddove recita che l'Anac "non aveva il potere di effettuare l'accertamento e la censura su soggetti esterni alla pubblica amministrazione".

Nel passaggio dal settore pubblico a quello privato, dunque, secondo i magistrati amministrativi ci sarebbe anche un transito di competenze della "vigilanza", andando così a rafforzare la tesi dell'ex presidente dell'Anm, Piercamillo Davigo, già componente del pool Mani Pulite di Milano, secondo il quale in realtà "i poteri dell'Anac non c'entrano nulla con la repressione della corruzione".

Allo stesso tempo, però, il Tar del Lazio sembra dire che l'Aurorita' guidata da Cantone (la quale dovrà decidere se ricorrere al Consiglio di Stato) ha le carte in regola per pronunciarsi quando si passa dal settore privato a quello pubblico, ovviamente nel caso in cui chi compie questo salto provenga da una realtà che ha rapporti, e magari anche contenziosi aperti, con l'ente pubblico.

La memoria corre subito, allora, al caso di Rino Canavese, che era stato nominato nel board dell'Aurorita' portuale di Genova-Savona ed è decaduto proprio su pronunciamento dell'Anac a causa della sua provenienza da un'azienda legata al porto. Oppure si può richiamare la recentissima vicenda di Sergio Tommasini, candidato sindaco di Sanremo per il centrodestra, che viene dai vertici dell'Idroedil, azienda di cui era amministratore delegato e che non solo lavora per Palazzo Bellevue, nel campo dei rifiuti, ma con esso ha pure in corso una vertenza giudiziaria.

Tommasini, naturalmente, sostiene di non avere problemi e, interpellato da Primocanale, afferma che quanto prima corroborerà la sua posizione con il parere pro-veritate di un autorevole studio legale. Si vedrà. Intanto, però, sollevare la questione non è esercizio inutile. Anzi, giova a una chiarezza che tornerà utilissima al Comune di Sanremo, agli elettori e a Tommasini stesso. Affinché la contesa sia esclusivamente legata ai programmi amministrativi di tutti gli aspiranti sindaco.