cronaca

Vittime, legali e magistrati contro la nomina di Caldarozzi
1 minuto e 30 secondi di lettura
È polemica per la nomina di Gilberto Caldarozzi, ex capo della Sezione criminalità organizzata, a numero due della Direzione investigativa antimafia, nomina decisa dal Viminale. Caldarozzi era stato condannato in via definitiva a tre anni e otto mesi per falso per i fatti del G8 del 2001 a Genova.

Per vittime, legali e magistrati che hanno combattuto per la verità sui pestaggi, le violenze e torture praticate a fine luglio di 17 anni fa, il nuovo incarico è "qualcosa di grottesco". Per la Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo Caldarozzi è stato uno dei responsabili di quanto successo a Genova da parte delle forze di polizia, mentre la Cassazione aveva sancito che quei fatti avevano gettato "discredito sulla Nazione agli occhi del mondo intero".

Il primo a sollevare il dibattito era stato il sostituto procuratore generale Enrico Zucca che aveva citato la notizia anticipata da Il Sole 24 ore. "L'ultimo dei rientri che si fa fatica a conciliare con quanto espresso nei confronti del condannato in sede di giudizio di Cassazione, è quello che riguarda l'attuale vicecapo della Dia che vanta così nel suo curriculum il 'trascurabile' episodio della scuola Diaz".

"Lo dovrebbero rimuovere - ha detto Laura Tartarini, avvocato genovese che ha seguito tanti ragazzi arrestati ingiustamente nel 2001 - è bizzarro che il ministro lo ritenga all'altezza di un ruolo così importante, visto che è stato condannato in via definitiva per avere partecipato alla realizzazione di false prove. Ma del resto tutti i condannati per quelle vicende si sono sempre comportati come se avessero fatto il loro dovere, come se fossero loro le ingiuste vittime. Ma la cosa che fa ancora più specie è che nessuno dei politici pronto a battersi per la legalità abbia detto nulla su questa nomina".