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"Pronto a contribuire, la sinistra superi le divisioni interne"
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"Ho continuato a rifiutare la candidatura pur ringraziando davvero tanti per la stima. È stata una scelta non facile per quello che sono la mia storia e le mie passioni, ma ritengo che la correttezza e l’onestà intellettuale debbano prevalere". Con questo passaggio, parte di un lungo post su Facebook, Luca Borzani, presidente della Fondazione Palazzo Ducale, mette fine al tormentone della sua candidatura a sindaco di Genova per il centrosinistra. Con un appello rivolto a queste forze politiche perché "superino le divisioni interne" e restando pronto "fuori dalla candidatura, a lavorare e contribuire". Il paciere, dunque, non sarà lui. Ora si insiste su un altro nome: quello del senatore del Pd Mario Tullo



Scrive Borzani nel suo post: "Nell’arco di questi mesi sono stato nuovamente sollecitato da soggetti politici ma soprattutto da tanti cittadini impegnati nella vita sociale e culturale della città ad avanzare la mia candidatura a sindaco per il centrosinistra. Ho parlato davvero con tante persone, molte delle quali animate solamente da uno spirito civico e dalla preoccupazione per il futuro di Genova. E ho condiviso con molti che oggi un nuovo impegno civile può ripartire solo dalle città, investite direttamente dai processi di globalizzazione e di austerità, segnate da sempre più crescenti diseguaglianze sociali e povertà morali e materiali.

Con questi mutamenti la sinistra, nel suo insieme, non è stata capace di fare i conti. Anzi, ha finito per coincidere con l'autoreferenzialità e l'impotenza, apparendo sempre più estranea e distante da una nuova visione del bene comune. Eppure è proprio dalle città che si può ricominciare. A partire da un programma elettorale comune che possa essere nella sua concretezza e innovazione una risposta sociale al declino e, insieme, uno strumento per innescare quella voglia di riscossa e di partecipazione ancora viva e diffusa. Un patrimonio di competenze e capacità e non di nostalgie.

Né il centrodestra né i cinque stelle sono in grado di mobilitare queste energie positive. E’ però necessario uscire da una sorta di cinismo mascherato da politica, bisogna ritrovare responsabilità collettiva e autorevolezza. Non c’è distanza tra difendere e far crescere il lavoro, le eccellenze di Genova -dal turismo, al porto, alle tecnologie- e impegnarsi per valorizzare la scuola e l’università, ridare dignità ad ambienti urbani degradati, combattere l’insicurezza. Tema quest’ultimo centrale, non solo perché sopra ci speculano gli imprenditori politici della paura, ma perché l’integrazione non può essere solo declamata ma praticata e la legalità è un bene per tutti ma soprattutto per chi è più debole.

Sicurezza praticata sono poi anche i grandi e straordinari lavori avviati per ridurre la fragilità della città a fronte delle alluvioni, così come per ridurre la fragilità economica della città è indispensabile rompere l’isolamento, attrarre lavoro, energie e competenze da fuori. Davvero siamo a un bivio. Molto dipende dalla nostra capacità di rappresentare non un sogno ma un percorso che sia effettivamente nelle nostre mani, nelle nostre intelligenze e possibilità.

Questi pensieri ho condiviso con tanti e con grande serietà ho valutato le sollecitazioni che ho avuto, ignorando le tante volte che mi sono sentito usato, i giri di giostra mediatica e le manfrine che non mi sono mai appartenuti. Non è estraneo alla mia storia fare scelte di responsabilità e di servizio. Credo di averlo dimostrato negli anni sia come amministratore comunale sia come curatore di Palazzo Ducale che ho cercato di valorizzare come un bene comune di cui oggi, credo, siamo tutti orgogliosi e svolgendo peraltro senza alcun compenso la mia funzione.

Quel Palazzo Ducale che è entrato tra i grandi centri della cultura del nostro paese. Ma penso davvero, a differenza di molti che, spensieratamente concentrati su sé stessi più che sulla città, si sono autocandidati in questi mesi di vuoto della politica, che la vera responsabilità verso gli altri sia fare ciò di cui si è capaci, essere consapevoli dei propri limiti personali e fisici e non costruire illusioni. Per questo ho continuato a rifiutare la candidatura pur ringraziando davvero tanti per la stima. E’ stata una scelta non facile per quello che sono la mia storia e le mie passioni, ma ritengo che la correttezza e l’onestà intellettuale debbano prevalere. Vorrei ribadire che nessuno è salvifico ma lo è solo la buona politica.

Oggi serve subito un programma elettorale condiviso, una squadra competente e soprattutto la rimessa in moto di energie di cittadinanza che superino l’inadeguatezza dei partiti. Questo devono fare alla svelta sinistra e centrosinistra, superando divisioni interne ed esterne. E a questo sono, fuori dalla candidatura, pronto a lavorare e contribuire. Genova può essere ancora un grande laboratorio civile."