cronaca

Convergenza sul secondo binario per i container
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“Il Porto di Genova fattura 11 miliardi di euro l’anno, senza dare nulla al territorio a causa di leggi accentratrici di potere e ricchezza su Roma. La cittadinanza continua a subire le scelte di un governo autoreferenziale e in cambio si vede solo sottrarre litorale e salute per l'inquinamento chimico e acustico, come sta accadendo nel ponente cittadino”. Duro il commento pentastellati in Regione Liguria, a margine del sopralluogo della Commissione ambiente al VTE.

“Chi gestisce il terminal ha una visione miope e autoreferenziale della portualità, totalmente scollata dalla realtà e dalle esigenze del territorio - osserva Alice Salvatore - Ne è un esempio l’ampliamento voluto per Voltri, che, oltre a cancellare l’ultima spiaggia libera del ponente genovese, prevede di portare ad un’automazione del 100%, con conseguente minore ricaduta occupazionale sul territorio”.

Sul tema il Movimento 5 Stelle ha già raccolto oltre 5000mila firme di cittadini contrari. C'è convergenza, invece, sull’ipotesi del secondo binario, che Salvatore definisce “una possibile alternativa allo scellerato stravolgimento del litorale, perché aumenterebbe la velocità nel trasporto di container”. “Si tratterebbe di un intervento decisivo – le fa eco Marco De Ferrari – che permetterebbe di spostare parte del traffico dalla gomma al ferro, ridurre il tempo di permanenza dei container nei piazzali e incrementare notevolmente le lavorazioni. A tutto ciò si aggiunge la necessità dell’urgente elettrificazione delle banchine per azzerare immediatamente l’emissione di fumi neri che intossicano l’aria del ponente cittadino”.