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Il governatore ligure su facebook replica alle accuse
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"Non abbiamo nulla da nascondere. Ogni euro versato da chi ha voluto aiutarci è stato dedicato solo e soltanto all'attività politica che stiamo facendo per dare il nostro contributo a migliorare la nostra Regione e il Paese". Così il presidente della Regione Liguria e leader di Cambiamo! Giovanni Toti commenta su facebook l'indagine sui finanziamenti sospetti ad alcuni comitati che da anni sostengono l'attività politica del governatore.

"Posso solo ribadire che abbiamo sempre seguito alla lettera e con rigoroso scrupolo la sostanza e la forma della legge. Ogni sostegno ricevuto è stato registrato e comunicato con assoluta trasparenza, secondo le norme vigenti, agli enti di sorveglianza e pubblicato su internet. Tutti gli amici che ci hanno aiutato nel gestire le nostre campagne elettorali o che hanno contribuito ad esse lo hanno fatto senza secondi fini, non avendo ricevuto in cambio alcunche' se non la soddisfazione di partecipare a una bella avventura politica", ha scritto Toti.

"Se poi, abolito giustamente il finanziamento pubblico ai partiti e alla politica, si vuole vietare totalmente che anche privati cittadini in piena trasparenza possano usare i propri denari lecitamente guadagnati per sostenere politici e movimenti in cui credono, allora lo si faccia esplicitamente. Non so come potrebbe andare avanti il nostro sistema democratico. E ben vengano tutti i controlli del mondo per chi, come noi, non ha nulla da nascondere", ha precisato il governatore ligure.

Tra le operazioni "finite nel mirino"
anche donazioni da parte della società Waste, che gestisce la discarica di Vado Ligure. "Il ciclo dei rifiuti dipende dalle province e non da Regione Liguria. Non vi è alcuna società tra i nostri finanziatori sui cui atti compare una firma del presidente Toti e sono certo che sono tutte società nella perfetta legalità che pre-esistevano nelle loro concessioni all'era della nostra giunta, e io gli auguro, al di là del fastidio di questa mattinata, di sopravvivere all'era Toti, come li ho trovati io, ovvero in buona salute", ha detto Toti commentando l'indagine su alcuni movimenti bancari in favore dei comitati a lui riconducibili.

"Se si vuole vietare ai privati cittadini di finanziare l'attività politica lo si può sempre fare. Però, vietato il finanziamento pubblico, vietata la partecipazione dei privati coi loro fondi personali, non so chi pagherà il sistema democratico. Se si vuole evitare che i privati finanzino la politica pur rendicontando come i soldi vengono spesi, si può vietare tout court il finanziamento di società private alla politica", ha concluso il governatore ligure.

LE CONTESTAZIONI -
Due segnalazioni di operazioni sospette inviate dalla Banca d'Italia hanno dato vita a una indagine sui flussi bancari di due comitati "riconducibili al governatore della Liguria Giovanni Toti". La prima è stata mandata alla Direzione nazionale antimafia e riguarda, come riportano diversi quotidiani, un finanziamento di 10mila euro ricevuto dal Comitato Giovanni Toti-Liguria, che sostiene la candidatura a presidente, ed erogato dal 'Comitato Change', che sostiene candidati graditi a Toti. La seconda segnalazione, inviata alla Guardia di Finanza, riguarda il Comitato Change, e in particolare 4 bonifici ricevuti come erogazione liberale da privati: 100mila euro da Moby spa, compagnia dell'armatore Onorato, 90mila euro da Aker e 20mila euro da Innovatec, entrambe del gruppo Waste Italia.

LA NOTA DI REGIONE LIGURIA - "In merito alle notizie di stampa relative ai contributi ricevuti da Comitati e Associazioni legate all'attività politica di Giovanni Toti, Regione Liguria smentisce categoricamente ogni ipotesi circa un suo contributo di qualsiasi genere, che non sarebbe stato possibile in nessuna forma. Il presidente di Regione Liguria smentisce altresì che tra i soggetti che hanno contribuito al sostegno dell'attività politica vi siano Enti Pubblici o Società Pubbliche. Come affermato dal presidente stesso, ogni contributo, come è possibile verificare, è riconducibile a privati cittadini o società private", si legge nella nota di Regione Liguria.