politica

Mentre Parisi presenta la sua proposta
2 minuti e 56 secondi di lettura
In pochi giorni si gioca il futuro del centrodestra. A sfidarsi per proporre la 'ricetta' più convincente lanciando di fatto anche un'Opa sulla leadership, sono Stefano Parisi e Matteo Salvini. Entrambi infatti hanno in programma per il fine settimana due manifestazioni distinte, non solo nella scelta di luogo e parterre, ma soprattutto nel ridisegnare i confini politici.

La convention dell'ex city manager rappresenta il battesimo ufficiale di una nuova creatura politica che si pone come obiettivo quello di "riconquistare gli elettori delusi". Nessun big politico salirà sul palco, riservato solo ad esponenti della società civile, sindaci e amministratori locali con cui l'ex manager ha intenzione di scrivere "una vera e propria agenda di governo".

A un'ora di viaggio da Milano ci sarà invece Matteo Salvini che ha chiamato a raccolta sul prato di Pontida i militanti e big leghisti. Tre giorni di raduno con cui il leader del Carroccio lancerà il suo modello di centrodestra che, già dalla cornice, si allontana molto dalla 'mission' che ha in testa Parisi. Dalla Liguria militanti e sostenitori del Carroccio partiranno da tutte le province della regione: "Dieci i pullman, oltre a macchine e camper per un totale di 500 partecipanti circa", fa sapere il segretario della Lega Nord Liguria Edoardo Rixi.

Una sfida quella di Parisi e Salvini che deve fare i conti con un altro competitor. A voler dire la sua sul futuro del centrodestra sarà anche Giorgia Meloni. La leader di Fratelli d'Italia ha organizzato per la giornata di sabato una mobilitazione su tutto il territorio per chiedere ai cittadini di esprimersi non solo sul governo ma su quelle che dovrebbero essere le politiche del futuro centrodestra.

L'attesa maggiore però è per la convention di Milano. Sul piede di guerra innanzitutto la classe dirigente di Forza Italia. La maggior parte di loro diserterà l'evento anche se in queste ore si starebbe ragionando sull'ipotesi di inviare una delegazione ufficiale del partito con il via libera di Silvio Berlusconi. Il Cavaliere che sarà il grande assente e che non invierà nemmeno un messaggio con l'intento (condiviso dallo stesso Parisi) di marcare le distanze con Forza Italia, aspetterà la conclusione dei due giorni di incontri e dibattiti per esprimere la sua opinione consapevole di avere su di sè il peso di aver scelto Parisi come consulente per risanare Forza Italia ma più in generale come persona su cui puntare per ricostruire l'area dei moderati.

A Pontida ci sarà invece Giovanni Toti. Ufficialmente il governatore della Liguria sarà presente a un'iniziativa con Luca Zaia e Roberto Maroni, presidenti di Veneto e Piemonte. E' chiaro però che la presenza di uno dei big di Forza Italia al raduno leghista rappresenta anche la volontà da parte di Toti di voler costruire un centrodestra che ha nella Lega il principale interlocutore. Un modello di alleanza che sulla carta non dispiace nemmeno alla Meloni a patto che ci sia chiarezza su regole e programmi. 

I tre si sono definiti "populisti responsabili (o moderati)", definizione che sarebbe stata ispirata dal leghista Giancarlo Giorgetti, per elencare i loro principali punti programmatici: no al referendum costituzionale e a intese con il Governo Renzi, superamento dell'attuale impianto dell'Ue, no a nuova immigrazione. "Un programma di governo" da cui partire, secondo i tre presidenti di Regione, che hanno già fissato altre sue riunioni per arrivare a una piattaforma definitiva entro fine novembre.