cronaca

Nel progetto di riqualificazione anche le demolizioni "tabù"
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Tra gli anni Trenta e il dopoguerra Genova vide radere al suolo interi quartieri medievali tra cui Ponticello, Portoria e Madre di Dio per lasciare spazio a entri direzionali, palazzi di moderna concezione, ai primi grattacieli. Ora la giunta del sindaco Marco Bucci torna parlare di demolizioni nel centro storico di Genova con un piano di riqualificazione denominato "Caruggi", un complesso progetto organizzato su 10 piani d'intervento di cui l'urbanistica è solo uno dei tasselli. Il sindaco Bucci ha voluto chiarire cosa significa "demolizioni" nel centro storico.

"Il nostro obbiettivo è portare la luce nella città vecchia che sia attraverso l'apertura di nuove attività, con un migliore sistema di illuminazione pubblica ma anche dando respiro, ove possibile, ad alcune piazzette e vicoli. Più che un diradamento sarà una demolizione in verticale delle stratificazioni aggiunte agli edifici dopo gli anni Cinquanta e Sessanta", sottolinea Bucci che sostiene di aver discusso della questione anche con l'architetto Renzo Piano, uno dei principali promotori al mondo del concetto di "costruire sul costruito". A chi teme che si possano abbattere edifici del 1300 o del 1400, il sindaco risponde che "ogni processo sara' portato avanti in accordo con la soprintendenza, anche dove si deciderà di demolire piccole parti al piano strada e ricostruirne nuove più efficienti".

Le micro-demolizioni non sono tra le immediate priorità del piano per il centro storico ma quando si attueranno si partirà probabilmente dalla zona di via Pre', lo storico angiporto, per cui sono pronti alcuni progetti almeno sulla carta. Intanto esiste già lo strumento con cui il Comune potrà intervenire anche con abbattimenti su immobili di proprieta' privata: a giugno è stata approvata la delibera che consente all'amministrazione di destinare a progetti per la collettività edifici non utilizzati o in stato di degrado da almeno 5 anni. Secondo alcune fonti di palazzo Tursi non si tratterebbe di un esproprio, ma di un'azione consentita per contrastare il degrado.

L'investimento ammonta a circa 137 milioni di euro e il progetto, che ha visto l'impegno di tutti gli assessori comunali, in sinergia con gli uffici dell'Urban Center e con la Scuola Politecnica di Genova, punta a rivitalizzare una porzione di città dall'alto potenziale, migliorando la qualità di vita dei residenti, dei lavoratori e la fruibilità da parte di chi ci vive o lo visita. E' prevista, in particolare, la riqualificazione di 11 piazze, il recupero dei margini e delle mura storiche, la concessione di immobili confiscati alle mafie a canone zero ad associazioni culturali e no profit, la realizzazione di uno studentato diffuso in alloggi anche di proprietà pubblica, eventuali demolizioni finalizzate a creare piccole piazze nel tessuto storico e affitti calmierati per giovani coppie e single. Si tratta di un piano integrato che sarà arricchito nei propri contenuti con osservazioni, contributi, miglioramenti che emergeranno attraverso laboratori, workshop e tavoli di confronto in una logica di partecipazione attiva. Gli interventi saranno realizzati entro un minimo di 6 mesi e un massimo di 5 anni.

"Al Sindaco chiediamo che questo importante piano di lavori sia occasione per dare fiato all’occupazione locale. Chiederemo un incontro per costruire insieme una ‘salvaguardia occupazionale’ che tuteli i nostri lavoratori", è il commento di Andrea Tafaria, segretario generale Filca Cisl Liguria. Oggi a Genova ci sono circa 3 mila edili disoccupati: il piano di interventi nel centro storico può rappresentare una grande opportunità per aiutare questo settore".