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Presentato ricorso al Tar: chi aveva interesse al colpire il presidente?
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Quella decisa per il presidente dell’Autorità di sistema portuale di Trieste Zeno D’Agostino “non è una sentenza politica”. Lo ha ribadito l’Anac, l’autorità anti corruzione, in una nota diffusa dopo il caos provocato dalla decadenza del manager veronese (LEGGI QUI).

Anac sottolinea di avere agito a seguito di un “circostanziato esposto giunto nel novembre del 2019” e di aver operato nel rispetto della legge e del diritto del giusto contradditorio. Ma non solo: l’autorità ricorda di avere applicato una normativa (il d.Lgs. 39/2013) “sulla quale dal 2015 ha più volte segnalato per vie ufficiali le criticità al governo e al parlamento, che tuttavia non hanno ritenuto di intervenire”.

Criticità che afferiscono in particolare alla tipologia di incarico svolta dai soggetti che finiscono nelle ‘grinfie’ dell’anti corruzione. Il caso D’Agostino, in questo senso, è emblematico: il manager ha perduto il posto da presidente di una delle più importanti Autorità portuali italiane poiché era contemporaneamente presidente di una minuscola stazione marittima, per di più con un ruolo di pura rappresentanza, senza deleghe né compensi.

Nella nota, in sostanza, Anac apre alla discussione generale sul tema dell’inconferibilità degli incarichi e concede a D’Agostino, che oggi ha presentato richiesta di sospensiva della sentenza al Tar, un serio appiglio per continuare il suo lavoro.

Convinto del buon esito del ricorso è anche l’attuale commissario straordinario dell’Autorità di sistema, il genovese Mario Sommariva, già segretario generale dell’ente: “Come primo atto ho deliberato la validità di tutte le decisioni assunte dal presidente D’Agostino nel corso di questi anni, per le prossime importanti questioni (su tutte l’accordo di programma per la Ferriera di Trieste, ndr) sono certo che sarà lo stesso D’Agostino a occuparsene, il Tar gli darà ragione”.

Sommariva ha anche raccontato la modalità con cui l’Anac ha comunicato la sentenza: “Era del 4 marzo ma ci è stata comunicata solo il 3 giugno via email, proprio nel momento in cui il presidente, assieme al comitato portuale, al presidente della regione Fedriga e il ministro Patuanelli stavano discutendo il bilancio e le prossime mosse sul futuro della Ferriera”. Un colpo inatteso, con un tempismo che ha fatto gridare alla ‘sentenza politica’.

Resta sullo sfondo di questa storia il ‘corvo’ che ha presentato l’esposto all’Anac: chi aveva interesse a far decadere D’Agostino? Interpellando diversi attori della portualità triestina ognuno ha la sua idea, oppositori politici o uomini interessati a quella prestigiosa poltrona. Del resto la conferma di D’Agostino alla presidenza dell’Autorità era sostanzialmente blindata, ora il rischio è che questa certezza possa vacillare. Anche se, forse, la fonte che ha armato la mano dell’Anac non aveva messo in conto quanto coeso fosse il cluster portuale di Trieste attorno alla figura di Zeno D’Agostino il quale, paradossalmente, sembra oggi più forte che mai.