economia

La lettera inviata a
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Riceviamo e pubblichiamo integralmente la lettera inviata a da Silvio De Fecondo, presidente dell'Associazione piccoli azionisti di Banca Carige, in replica all'articolo citato nella missiva (CLICCA QUI). 

Spett.le Redazione di Primocanale,
ho letto sulla vostra testa online in data 10 c.m. uno sfogo del piccolo azionista Beppe Damasio dal titolo "I piccoli azionisti non sono calmi e nemmeno tranquilli" in cui l'interessato esprime un forte disappunto nei confronti delle scelte operate recentemente da Fitd/Ccb in merito alle liste presentate per la nomina del nuovo CdA di Banca Carige che escludono la partecipazione di un rappresentante del territorio e/o del vecchio azionariato.

Nell'ambito dell'intervista il Sig. Damasio
polemizza anche aspramente con la nostra associazione con affermazioni di una certa gravità, per l'appoggio da noi dato nell'ultima assemblea all'approvazione del piano di rafforzamento patrimoniale per il salvataggio della Banca ("che a suo dire escluderebbe chi ha votato "SI" da azioni di indennizzo che si stanno costruendo").

Palesemente falso quanto dichiarato da Damasio
, secondo cui la richiesta negli anni avanzata dalla nostra associazione di un rappresentante della platea dei piccoli che in passato detenevano una percentuale del capitale oltre il 40% (in oggi ridotta a circa il 5%) sarebbe stato il "primo obiettivo" dell'associazione. Preme qui ricordare alcuni temi trattati dal Sig. Damasio, per ripristinare la verità dei fatti ed a tutela di chi si è impegnato sin dal 2014 nell'associazione a puro titolo di volontariato e senza chiedere contropartite economiche agli iscritti.

1. Confermo la scelta convinta dell'associazione, nell'ultima assemblea di settembre, al "SI" per il sostegno al piano di rafforzamento patrimoniale che comunque ha permesso la spravvivenza della Banca (ricordo che l'approvazione è avvenuta con una percentuale del 91% dei votanti cui i nostri soci hanno inciso in misura molto modesta e comunque -come in tutte le deleghe raccolte in passato - gli iscritti sono stati liberi di esprimersi). E' stato scritto in modo chiaro nei documenti informativi che una eventuale vittoria dei "NO" avrebbe potuto provocare la liquidazione della Banca come successo in passato con altri istituti bancari e gravi conseguenze per territori e dipendenti. Tuttavia in sede assembleare fu rivolto da parte nostra un appello (con seguito mediante incontro diretto tra associazione e Fitd) alla nuova proprietà affinchè valutasse una forma di ristoro economico per i piccoli azionisti che avrebbe potuto avere l'effetto di mantenere la platea vicina alla Banca oltre ad un forte valore etico.

2. L'incentivo delle azioni gratuite (seppure modesto) per chi ha partecipato all'assemblea (ha beneficiato lo stesso Damasio e tutti quelli che hanno votato "NO") ricordiamo che è frutto anche delle ripetute e pressanti richieste effettuate in tal senso dalla nostra associazione ai Commissari e poi accolte dal Fitd.

3. Segnalo al Sig. Damasio di leggere il nostro statuto in cui sono ben indicati i vari scopi dell'associazione (svolti negli anni) tra cui la raccolta delle deleghe di voto tra gli iscritti che ci ha impegnati non poco in ogni assemblea; i soci peraltro hanno sempre avuto piena libertà di esprimersi sulle scelte di voto.

4. Come associazione non abbiamo mai sostenuto, per statuto e orientamento, iniziative di tipo giudiziario/legale a titolo oneroso che sulla base di precedenti esperienze (ricordiamo che negli anni scorsi non ha prodotto alcunché se non ulteriori spese per i partecipanti) che abbiamo valutato incerte negli esiti, lunghe, onerose per i partecipanti in quanto necessitano della collaborazione di studi legali specializzati. Sappiamo che sono in corso attività da parte di altri soggetti in rappresentanza dei piccoli azionisti per azioni di tipo legale che rispettiamo. Tuttavia, come passato, lasciamo alla libera valutazione del singolo la scelta se aderire o meno.
Per contro osserviamo che negli anni il contributo del Sig. Damasio, a difesa dei piccoli azionisti, si è concretizzato solamente nell' esprimere la sua rabbia (per il danno economico subito con le azioni Carige come tantissimi altri) esclusivamente con qualche mail, intervista ai giornali e interventi nelle assemblee oltre alla citata pseudo "class action" condotta a suo tempo insieme ad un gruppo di piccoli azionisti rivelatasi onerosa quanto inconcludente negli esiti.

Prima di concludere desidero sottolineare che anche la nostra associazione non condivide l'ultima scelta da parte di Fitd/Ccb di escludere in toto dal nuovo organo di governo della Banca un rappresentante del territorio. Si tratta di un ulteriore errore, a nostro giudizio, che si aggiunge al rifiuto della nostra ultima proposta di concedere un ristoro ai piccoli azionisti per i gravi danni economici subiti nei recedenti aumenti di capitale.

Tale scelta non fa che complicare la situazione della Banca che nel momento più delicato in cui necessita di sostegno (da parte di piccoli azionisti/clienti/risparmiatori/enti) per il rilancio commerciale, perde definitivamente la connotazione di Banca del territorio con evidenti rischi di ulteriori esodi di clienti/depositi. Come associazione abbiamo operato, in modo aperto, costruttivo e trasparente, affinché ciò non avvenisse nell'interesse di tutti: Banca, territori, dipendenti, vecchi e nuovi soci.


Silvio De Fecondo - Presidente Associazione Piccoli Azionisti di Banca Carige SpA