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Il commento
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Proprio nella settimana di Sanremo – che ha acceso i riflettori sulla nostra bellissima regione – la Liguria del calcio di serie A e B ha calato finalmente un poker di vittorie: hanno iniziato sabato Sampdoria e Spezia, espugnando rispettivamente Torino e Perugia; hanno continuato domenica Genoa ed Entella, battendo in casa Cagliari e Pescara. Un piccolo primato che merita di essere sottolineato, perché se è vero che nessuna delle formazioni sta lottando per grandi traguardi è altrettanto vero che vincere non è mai facile. E riuscirci tutti insieme nella stessa giornata ha lasciato una scia dal piacevole sapore di campanilistico orgoglio.

Il Genoa e la Sampdoria – alle prese con spaventose crisi societarie, sottolineate dall’accesa contestazione delle due tifoserie nei confronti dei discussi e discutibili presidenti Preziosi e Ferrero – sono ora guidate in panchina da due professionisti seri e da due persone perbene che le rappresentano degnamente, sia in campo nei confronti degli avversari sia fuori sul terreno della comunicazione. Davide Nicola fa pensare che, se fosse arrivato prima, il Genoa avrebbe avuto qualche punto in più. Claudio Ranieri, da quando ha preso possesso di Bogliasco, ha risollevato le sorti della Sampdoria.

Davide Nicola ha risposto a distanza con eleganza e sobrietà a Oliviero Toscani: “Non giudico nessuno – ha detto il tecnico rossoblù – e tutti possono sbagliare, ma quando si parla della vita delle persone bisogna avere rispetto e sensibilità”. Chapeau, parole che inchiodano senza supponenza. Claudio Ranieri in sala stampa a Torino ha difeso con efficacia il collega Longo dalle prime critiche piovute sulla sua testa dopo appena quattro giorni di lavoro: “Non poteva fare i miracoli – ha commentato l’allenatore blucerchiato – e gli faccio un grande in bocca al lupo per il futuro”. Stile.

Scendendo in serie B, ci si accorge che la discesa è solo metaforica e le liguri non solo viaggiano bene in campo – dove Italiano e Boscaglia sanno il fatto loro – ma sono pure società modello. Lo Spezia, sotto la gestione di Gabriele Volpi, ha sempre viaggiato nelle zone alte della cadetteria, ha costruito il centro sportivo e nell’ultimo mercato di gennaio, ben condotto dal burbero ds vecchio stampo Guido Angelozzi, ha pure lanciato un messaggio forte tramite innesti di esperienza e qualità: “Noi ci siamo, anche per il sogno”. E pazienza se una parte dei tifosi è sul piede di guerra, quella aquilotta è una piazza calda, passionale e questa è paradossalmente anche la sua forza.

L’Entella, con Antonio Gozzi al comando, ha costruito un sogno permanente, ha creato un settore giovanile invidiabile, ha rilanciato lo stadio di Chiavari, ha fatto della solidarietà una missione. E adesso si trova persino a pensare in grande, pur mantenendo quella famigliarità di fondo che è la prerogativa principale dei biancocelesti, supportati da anni dalla stessa, identica dirigenza.

Sono stati due giorni belli e intensi per il nostro calcio, pur nelle differenze di categorie, obiettivi e modelli societari. Oggi godiamoceli, senza se e senza ma. Viva Genoa, Sampdoria, Entella e Spezia.