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AIC boccia la proposta della Lega di Serie A di risolvere la crisi con la riduzione degli emolumenti
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 "È una proposta vergognosa e irricevibile". L'Associazione Italiana Calciatori boccia la strategia della Lega Serie A sul taglio degli stipendi. Il vicepresidente dell'Aic, Umberto Calcagno (nella foto), avvocato chiavarese ed ex samporiano con due presenze nell'anno dello scudetto, fa sapere: "È chiara l'indicazione che si vuol far pagare solo ai calciatori gli eventuali danni della crisi. L'unica parte rilevante del comunicato della Lega - prosegue - è l'inciso con cui si dice che le squadre dovranno negoziare le modifiche contrattuali con i singoli giocatori".

La proposta della Lega Serie A si fonda su una riduzione di 1/3 della retribuzione totale annua lorda se non si riprenderà l'attività, e di 1/6 se nei prossimi mesi si completerà la stagione. I calciatori dovrebbero quindi rinunciare a 4 mensilità nel caso in cui la stagione non dovesse ripartire, a 2 in caso di ritorno in campo per completare il campionato 2019/20.

"Il Consiglio direttivo Aic, riunit nel consueto incontro settimanale, a cui ha fatto seguito una riunione con i rappresentati delle squadre di Serie A, ha ritenuto irricevibile - spiega un comunicato - la proposta avanzata dalle Leghe di A e B giunta oggi. Il comportamento delle Leghe è incomprensibile in un momento come quello attuale. La volontà, neanche tanto implicita, di voler riversare sui calciatori, mettendoli in cattiva luce, l’intero eventuale danno economico derivante dalla situazione di crisi, è un fatto che preoccupa sulla credibilità imprenditoriale di chi dovrebbe traghettare il sistema calcio in questo momento di difficoltà”.
 
“Pensare che si debba ricorre ad una delibera assembleare per decidere di non pagare più nessuno lascia senza parole. Sono gli stessi presidenti che hanno mandato in campo le squadre fino al 9 marzo, fatto allenare i giocatori fino alla metà di marzo e tuttora monitorano e controllano che gli allenamenti individuali vengano svolti secondo le direttive dello staff tecnico a decidere la sospensione degli emolumenti. La discussione delle scorse settimane verteva sui termini di contestazione di mancati pagamenti da sospendere o posticipare, ma non si è mai andato oltre le brevi riunioni telefoniche".
"Ora capiamo perché non si voleva trovare un’intesa sulle modifiche tecniche all’Accordo Collettivo, la vera intenzione è non pagare. Il fatto lascia, inoltre, allibiti nel momento in cui parecchie squadre sono già sedute con i loro calciatori per discutere come aiutarsi in un momento come quello attuale.
D’altro canto la notizia del nuovo DPCM che include atlete ed atleti del mondo dilettante tra i destinatari del contributo di 600 euro per il mese di marzo ci fa ben sperare che un minimo senso di condivisione e solidarietà possa nei prossimi mesi ribadire un concetto che abbiamo espresso fin dal primo momento: ognuno faccia la sua parte".
 
"A questo proposito il Consiglio Direttivo - conclude l'AIC - ha deliberato la decisione di contribuzione ad un Fondo, che possa in questa emergenzaaiutare le categorie più in difficoltà tra i nostri associati. I redditi di fascia bassa vanno tutelati soprattutto in situazioni come questa, in cui il rispetto e il fare squadra dovrebbero essere principi cardine".