460 stazioni di rifornimento di carburante su autostrade, statali e tangenziali sono pronte a una serrata che dovrebbe cominciare questa sera: l'astensione dal lavoro, secondo i programmi dei sindacati di categoria, dovrebbe poi estendersi gradualmente al resto della rete nazionale. "Non ci sono le condizioni di sicurezza per proseguire", spiegano i rappresentanti dei lavoratori, pare che almeno centomila addetti abbiano continuato a lavorare sprovvisti di qualunque dispositivo di sicurezza.
Per l'Italia una serrata di queste proporzioni, in un simile momento, sarebbe catastrofica: il carburante è indispensabile per i trasporti su gomma che stanno rifornendo gli scaffali di merci essenziali alla sopravvivenza di tutti. Generi alimentari, farmaci, prodotti medicali si spostano grazie alla logistica che non può muoversi senza diesel e benzina.
Per questo il Garante per gli scioperi ha chiesto di sospendere la protesta ma i sindacati hanno risposto che quello che è stato organizzato non è uno sciopero in senso stretto ma la presa d'atto che "non ci sono più le condizioni per garantire il servizio".
Sul tema, gravissimo, è intervenuto anche il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte che ha chiesto ai lavoratori di "soprassedere" ma è probabile che servano argomentazioni più convincenti per evitare la paralisi del Paese.
Anche Trasportounito, una delle sigle che rappresentano le aziende dell'autotrasporto, ha chiesto di precettare i lavoratori e impedire la serrata. Il segretario generale dell'associazione, Maurizio Longo, ha dichiarato che "il Governo è chiamato ad attivarsi immediatamente: non è neppure immaginabile uno scenario in cui non sia possibile trasportare merci essenziali come alimentari o medicine in presenza di una serrata dei benzinai. Il nostro non è un invito; il Governo prenda subito coscienza del pericolo e delle conseguenze letali per un Paese già in ginocchio".
Il ministro allo sviluppo economico Stefano Patuanelli ha convocato le parti sociali a una conference call che si terrà nel pomeriggio.
LA NOTA DELLE ORGANIZZAZIONI DI CATEGORIA - "Le scriventi Federazioni intendono immediatamente chiarire di non aver mai in nessun modo organizzato, ne' proclamato l'iniziativa di sciopero che viene loro attribuita". E' quanto scrivono le Organizzazioni di categoria dei Gestori - Faib, Fegica e Figisc/Anisa - in risposta alla sollecitazione giunta dalla Commissione di Garanzia sullo sciopero nei pubblici servizi essenziali. "Cio' non toglie che - si legge nella comunicazione congiunta sindacale - le nostre Federazioni hanno ragione di ritenere che i Gestori, da soli, in assenza di interventi immediati di sostegno, non sono piu' a lungo nelle condizioni di sopportare, sia sotto il profilo sanitario che sul piano economico, tutto l'onere necessario, nella presente drammatica congiuntura, ad assicurare la continuita' e la regolarita' del servizio essenziale di cui qui si parla. Per questo, tenuto conto del silenzio, dell'indifferenza e dell'inerzia di Governo, Ministeri competenti, concessionari autostradali e compagnie petrolifere, non era piu' possibile tacere su quanto sia probabile, se non inevitabile, che accada. Noi insieme con i Gestori nostri associati lottiamo per rimanere aperti, non per chiudere".
porti e logistica
Benzinai verso la serrata, l'Italia rischia la paralisi
La protesta dovrebbe cominciare questa sera
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