cultura

L'arcivescovo in San Lorenzo: "Viviamo nel sospetto"
2 minuti e 46 secondi di lettura
La stabilità della famiglia "genera personalità stabili e mature, e crea una società affidabile". Ma la famiglia"è sotto l'attacco di una cultura che vuole destrutturare, liquefare i vincoli, che fa apparire la sequenza ordinata dei giorni e dei doveri qualcosa di insopportabile anziché la struttura portante e lieta dell'esistenza". E' questo uno dei passaggi più significativi dell'omelia pronunciata dal cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente dei vescovi europei durante la messa di mezzanotte.

Per questo ha esortato i fedeli a combattere tale deriva: "Dobbiamo opporci - ha detto - a questa demolizione della famiglia così come Dio l'ha creata e come l'esperienza universale la conosce. La sua stabilità genera personalità stabili e mature, e crea una società affidabile".

In un altro passo dell'omelia il cardinale ha ricordato che "il Natale è la nascita di Gesù, Figlio di Dio e Signore della Storia" e se "il mondo tende a dare altri nomi a questo santissimo giorno, e a riempirlo di altri significati per giustificare luci, addobbi e festa, la verità per noi cristiani resta questa, e come tale la proclamiamo per essere fedeli alla fede e quindi al mondo".

 "Ci accorgiamo che siamo in una società individualista che genera individui soli? Ci rendiamo conto che diventiamo sempre più isolati gli uni dagli altri, persone, famiglie, gruppi, popoli, nazioni?", continua Bagnasco. "Ci vogliono far credere - ha proseguito - che senza legami saremo più liberi e autonomi, che la vita è un mare in tempesta, e che ognuno deve pensare a se stesso, che gli altri anche i più vicini non sono compagni ma concorrenti della vita. Vogliono farci vivere nel reciproco sospetto. Ma qual è il risultato? Siamo forse più felici e liberi? La società che si costruisce è più solidale e vivibile, più umana? A ognuno la risposta".

Per il porporato, invece, "il divino bambino ci parla un linguaggio diverso: come ogni bimbo non può usare le parole, ma è lui stesso la parola che ci parla con soavità e con una forza tale che nessun discorso umano ha. Sono duemila anni che il mondo si difende da quel bambino, ma quella fragile carne non cessa di parlare e di indicare la via della vita e della gioia".

L'uomo non è "padrone" della vita ma "custode". Invece, nella società contemporanea "si pretende di avere avere nuove vite a ogni costo" e nello stesso tempo "si pretende di sopprimere la vita umana". Continua Bagnasco: "Da una parte si pretende di avere nuove vite a ogni costo, e dall'altra si vuol poter sopprimere la vita umana: nell'uno e nell'altro caso la mentalità è quella del padrone e non del custode, è quella dell'individualismo assoluto e non quella della solidarietà personale e collettiva". Per il cardinale, invece, "la società è veramente umana quando si spende innanzitutto per i più deboli: il bambini, i vecchi, i malati. Diversamente, dà l'idea che prevalga il criterio dell'economia e dell'efficienza anziché dell'amore, che sempre più si affermi l'io anziché il noi".