cronaca

Tre quarti della Liguria erano stati tagliati fuori dal piano
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La matematica non è un'opinione, così come non dovrebbe esserlo il piano di esenzione sui pedaggi messo a punto da Autostrade lo scorso 1° giugno, per far fronte ai disagi causati da lavori e ispezioni sulle tratte liguri. Il concessionario ha tentato di togliersi dall’imbarazzo con un 'risarcimento' totale valido all'interno dell’area metropolitana di Genova con specifiche, e macchinose, eccezioni per chi entra o esce dai caselli di Albisola, Celle Ligure e Sestri Levante. Alcune agevolazioni erano già attive, sebbene in via più contenuta, valide solo per chi si spostava all’interno del comune di Genova o, nei casi di Varazze e Masone, con una riduzione del 50% sul pedaggio.


Ora non ci sono più dubbi, quella ligure sarà un’estate di passione. Le chiusure notturne, le comunicazioni raffazzonare e i perenni restringimenti di carreggiata che trasformano le autostrade in percorsi extra urbani, hanno arrecato forti disagi a pendolari, turisti e autotrasportatori – già prima della riapertura dei confini regionali – compensati solo in minima parte da uno ‘sconto’ che ha tutta l’aria di una presa in giro. Una soluzione che forse può accontentare i proprietari di seconde case, ma che non è sufficiente a compensare le perdite del trasporto merci da e per i porti regionali. 


Quali sono dunque i parametri del piano messo a punto in Liguria? Come comunicato da Aspi, il piano di totale esenzione sui pedaggi interessa solo il nodo genovese compreso tra i caselli di Genova Bolzaneto, Genova Ovest e Genova Est e il tratto terminale della A26 tra Ovada e l’intersezione con la A10, a prescindere dal casello di entrata (tratte ‘blu’). La terza novità riguarda la gratuità per tutti coloro che entrano ed escono dall’autostrada nell’area compresa tra i caselli di Varazze, Ovada, Vignole, Genova Ovest e Lavagna con estensione a coloro che scelgono, in entrata o in uscita, i caselli di Albisola, Celle Ligure e Sestri Levante percorrendo uno dei tratti tra Varazze (A10) e Ovada (A26); tra Varazze e Genova Est; tra quest’ultima e Lavagna e, infine, tra Bolzaneto e Vignole (A7) considerati chilometri 'verdi'. Tra Lavagna e Sestri Levante vige inoltre uno sconto del 30% poiché sono in corso lavori nelle gallerie di Sant’Anna, sull’Aurelia (tratta 'gialla'). 


Perché lo snodo genovese e non tutta la Liguria? Il centro nevralgico della paralisi infrastrutturale resta il capoluogo, stretto nella morsa di anni di lavori arretrati e della giustificata paura di nuovi crolli, in una regione penalizzata dall’incertezza del governo nel prendere decisioni definitive e ferita dalla tragedia del Ponte Morandi. La situazione non è tuttavia migliore né sulla A12 né sulla A6 tra Savona e Altare (interessata da un altro crollo, quello del viadotto Madonna del Monte), per non parlare dei prezzi da capogiro della tratta ponentina Savona-Ventimiglia.


Un caos che ha generato non pochi dubbi per il resto della Liguria, che è stato tagliato fuori da ogni valutazione, ma non certo da cantieri e disagi. Ecco perché il 23 giugno, il consiglio regionale ha approvato all’unanimità un ordine del giorno sottoscritto da tutti i capigruppo, con cui si chiede l’azzeramento dei pedaggi autostradali da Ventimiglia a Sarzana, senza distinzione di sorta e a tempo indeterminato. 


“Un atto dovuto nei confronti di coloro che ogni giorno percorrono le autostrade liguri tra cantieri, restringimenti, cambi di carreggiata, code chilometriche, insomma tra una mole di disagi a fronte dei quali il pagamento del pedaggio appare più come una beffa che come il corrispettivo per un servizio” aveva dichiarato il capogruppo di Forza Italia Claudio Muzio. In attesa di risposte, che tardano ad arrivare da due anni a questa parte, i botta e risposta tra il governatore ligure Giovanni Toti e il Mit non si placa e diversi amministratori del territorio hanno seguito l’esempio del sindaco di Arenzano Luigi Gambino nel sporgere denuncia ad Autostrade e Mit per quello che sta succedendo.


La scadenza della gratuità sulle tratte considerate ‘blu’ e ‘verdi’ fissata al 30 giugno verrà prorogata di alcuni giorni, anche perché per come stanno le cose, di terminare le ispezioni nelle gallerie liguri entro il 10 luglio non se ne parla. Niente di più di un contentino per chi si mette in viaggio, che peraltro penalizza i comuni non inclusi nel pacchetto di Autostrade, in particolare Savona-Vado, Recco e Rapallo. Chi fosse diretto sulla A26 entrando da Savona, infatti, non avrebbe diritto alla totale gratuità: viene infatti azzerato il costo tra l’allacciamento A10/A26 e Ovada, ma si dovrebbe saldare l'importo tra Savona e Arenzano. 


Un paradosso che spinge molti pendolari a percorrere le strade statali, in particolare l’Aurelia, per entrare in uno dei caselli ‘verdi’ ovvero quello di Varazze a Ponente, quello Lavagna a Levante, Vignole sulla A7 e Ovada sulla A26. Un labirinto di carreggiate, gallerie attenzionate, incidenti e ingorghi che fa pensare che l'ora più buia, per l'economia ligure, dopo il lockdown, non sia ancora arrivata.