cronaca

La tratta Genova Prà-Genova Pegli è stata riaperta con quattro ore di ritardo
2 minuti e 24 secondi di lettura
Un vero e proprio girone infernale tra incolonnamenti, clacson fumanti, ingorghi di auto e camion sia in autostrada che sull’Aurelia, è questo l’ultimo film andato in scena e che racconta di una mattinata da incubo per tutti coloro che si sono spostati sulle strade della Liguria. Code infinite sulla A10 e sulla A26, con tempi di percorrenza non solo raddoppiati ma anche triplicati.

Tutto è nato dalla mancata riapertura della tratta Genova Prà–Genova Pegli che inizialmente era prevista per le 5 e mezza della mattina, poi una prima comunicazione l’aveva spostata alle 9 e ancora, successivamente, lo slittamento alle 10, quando una prima corsia è stata riaperta al traffico. Alle 11:15 anche la seconda è diventata percorribile. Sono infatti andate oltre il previsto le ispezioni delle gallerie San Paolo della Croce e Rexello, in direzione Genova, tra Prà e Pegli, da parte dei tecnici competenti.

A causa del caos creatosi, anche il consiglio regionale è stato annullato perché diversi consiglieri sono rimasti intrappolati nel traffico. Un traffico intenso che aumentava con il passare dei minuti, con gli automobilisti e i camionisti diretti verso il capoluogo ligure e il Levante costretti a rimanere ore e ore in attesa che la situazione si sbloccasse, in un’attesa che potremmo definire infinita.

“Sono partito da Serravalle Scrivia, ho preso l’autostrada a Novi Ligure, purtroppo la coda l’ho fatta da dopo il Turchino fino a qui (Genova Prà ndr). Sono le 9 e 15, sono quasi due ore che sono in coda”, ci dice un automobilista. “Sono in coda da oltre tre ore”, ci racconta un altro cittadino. “Già abitiamo in Valle Stura ed è già un caos totale quotidiano, abbiamo preso l’autostrada alle 6:32 a Masone, siamo ancora qua (all'uscita del casello di Genova Prà, erano le 10 passate ndr)”, è lo sfogo di un abitante della Valle. Alle sue parole fanno eco quelle di un cittadino della riviera: “Sono partito da Andora alle 5:30, sono stato tra i primi ad essere bloccato poco prima del casello, ci ho messo tre ore per fare un chilometro, allucinante, un’idea geniale aver chiuso la tratta in una giornata di lavoro e all’ora di punta”.

Sulla A26 tra Ovada e Genova Prà si sono formati fino a 17 km di coda, stesso copione per chi si trovava sulla A10, tra Varazze e Prà, dove si sono raggiunti i 16 km. E come si suol dire, ‘se Atene piange, Sparta non ride’, anche sull’Aurelia infatti lo scenario era pressoché identico, con lunghe code ed enormi disagi in direzione Genova centro con i mezzi pesanti in arrivo dal Ponente e dalla A26 obbligati a percorrere la viabilità urbana. Insomma, ogni giorno una sorpresa, ma certo mai positiva.