cronaca

In una lettera la holding della famiglia Benetton sulla cessione dell'azienda
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Atlantia "dovrebbe mettersi in ginocchio e cospargersi il capo di cenere, siamo scandalizzati da tanta arroganza, siamo anche molto amareggiati che tanti italiani non comprendano la portata di questo gesto che ha il significato di schiacciare con un piede tutte le nostre teste di cittadini, è una vergogna". Possetti Egle, presidente del Comitato ricordo vittime ponte Morandi commenta quanto sta accadendo tra governo e l'azienda della famiglia Benetton.

Da una parte c'è il governo che spinge per la revoca della concessione ad Autostrada. Sul piatto un piano che dovrebbe portare Atlantia alla cessione di Autostrade per l'Italia e di conseguenza all'uscita di scena dei Benetton e il ritorno in mano pubblica di oltre metà delle autostrade gestite oggi dalla famiglia trevigiana, nuovo ponte di Genova San Giorgio incluso.

Atlantia ha risposto con una lettere al governo in cui spiega che la posizione tenuta dalla holding è quella di essere disponibile alla cessione di Autostrade per l’Italia e per quanto riguarda la trattativa con Cassa depositi e prestiti resta la volontà di "raggiungere un accordo rispettoso delle finalità espresse nella lettera del 14 luglio" ma, e qui c'è il punto focale anche di "tutelare i diritti e gli interessi degli azionisti". Per questo Atlantia spiega che i principali punti di ostacolo alla trattativa "sono emersi a inizio settembre con la richiesta di Cdp, tra le altre condizioni, di garanzie e manleve non usuali e dell’accollo da parte di Autostrade per l'Italia di prestiti obbligazionari emessi da Atlantia".

In parole povere per i dirigenti di Atlantia quelle presenti nell'accordo di fuoriuscita sono condizioni non presenti nella lettera del 14 luglio scorso e sono ritenute 'non accettabili in un contesto di mercato'. E qui dunque si trova il problema che il governo è chiamato a gestire. Atlantia comunque conferma la propria disponibilità a proseguire le trattative con Cassa Depositi e Prestiti ma solo a condizioni di mercato. Chi ruota attorno ad Atlantia pensa anche che non ci siano i fondamenti per togliere la concessione.

E allora i parenti di chi il 14 agosto del 2018 ha visto perdere un caro nel crollo di Ponte Morandi non ci stanno e chiedono al governo una maggiore presa in mano della questione con decisioni concrete: "Chiediamo al governo di valutare con attenzione, sia la possibilità che la concessione originaria possa essere dichiarata illegittima, sia la ricerca con determinazione e tranquillità delle responsabilità di chi aveva promosso e firmato una concessione di questo tipo, in barba agli interessi prioritari dei cittadini che sono sempre da proteggere da parte di chi è stato eletto".

I familiari delle 43 del 14 agosto vittime dunque chiedono al premier Conte e a chi da Roma sta gestendo la pratica di valutare l'ipotesi che le condizioni originarie della concessione data ai Benetton per la gestione della rete autostradale possa essere illegittima dall'origine. Oltre al fatto sottolineano che in questi anni gli azionisti hanno avuto modo di ottenere diversi utili. 

Intanto a dicembre è atteso il risultato del secondo incidente probatorio sul crollo dio ponte Morandi che dovrebbe dare la certezza delle motivazioni del crollo del viadotto sul Polcevera. "Le vittime ed i cittadini non meritano un'altra presa in giro" conclude la nota del comitato parenti vittime ponte Morandi. 

Il dolore resta forte per i familiari delle vittime. Sono passati oltre 25 mesi da quel tragico giorno ma ancora non c'è stato, come rimacrano, delle vere scuse da parte di Autostrade per l'Italia per quanto accaduto quel tragico giorno della vigilia di Ferragosto. "Fa ancora male sapere che il giorno dopo c'e stata una grigliata (della famiglia Benetton ndr) sono devastata e offesa - spiega Egle Possetti -. Noi abbiamo solo saputo leggendo sulla stampa che il nuovo ad di Autostrade Roberto Tomasi ha detto che ci avrebbe voluto incontrare, poi l'inocontro ufficiale non c'è mai stato e non so nemmeno se vista la situazione siamo nelle condizioni di incontrali" conclude Possetti.