cronaca

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Nei primi giorni dopo il crollo del ponte Morandi, Autostrade sembrava pronta ad arrendersi quasi su tutto, senza trattare: troppo plastica, evidente, indiscutibile la responsabilità morale per quella immane tragedia. 

A poco più di un mese da quell'ecatombe, qualcosa è cambiato: la seconda tranche di contributi alle famiglie degli sfollati, gente cioè che ha perso tutto a causa del ponte della vergogna, non sarà erogata a fondo perduto.

Lo ha confermato ieri sera la società, che ha ingaggiato negli ultimi giorni un vero braccio di ferro con l'assessore Pietro Piciocchi: se riapriamo i cordoni della borsa sarà solo nel quadro del Pris, dicono da Autostrade. Un anticipo sull'importo che sarà ufficializzato, quindi, non una seconda elargizione.

Poco conta che queste somme siano il resto del caffè, per un'azienda che pur lavorando in concessione, e quindi fuori dalla competizione del mercato, vanta una redditività superiore a quelle dei giganti della new economy, Google compresa. 

Poco importa che lenire le sofferenze causate, come minimo (poi lo vedremo in tribunale), da incompetente vigilanza sarebbe un atto umanissimo e persino utlie a ripulire un'immagine pubblica fortemente deteriorata.

Money is money, evidentemente pensano Castellucci & co., gli sfollati non chiedano altro.

Quando la notizia arriva in 'zona rossa' si sfiora l'insurrezione: è lo stesso Piciocchi che deve ammettere la sconfitta ma nessuno se la prende con lui. L'obiettivo della protesta è Autostrade, sempre e comunque, fin da quel 14 agosto.

Quella società a cui chi viveva sotto il Morandi aveva affidato la propria vita ora si irrigidisce sulle monetine e pretende il rispetto puntuale di ciò che stabilisce la legge.

La legge stabilisce anche che i ponti non crollino sulla testa della gente, prevede che percorrendo un viadotto non ci si ritrovi, come per incanto, nel greto di un torrente, con un pilone che ci schiaccia e ci uccide. Probabilmente è giusto chiedere il rispetto della legge. 

Per fortuna, nel dramma di chi non ha più una casa dove vivere, la buona notizia è che i soldi del Pris non si faranno attendere: sempre Piciocchi ha annunciato che la data prevista è l'8 dicembre e che nell'ambito del decreto Genova quei fondi sono stati blindati. Speriamo di poter vedere presto il testo definitivo.

Infine la 'zona arancione': chi vive nell'area attigua alla zona interdetta aspetta di essere coinvolto nella partita dei possibili risarcimenti. Anche per loro sarà fissato un incontro in tempi brevi.