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Il 'suo' Genoa e il suo Livorno viaggiano in parallelo
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Il presidente del Livorno ed ex patron del Genoa, Aldo Spinelli, taglia sabato il traguardo degli 80 anni. Nato a Palmi il 4 gennaio 1940, Spinelli ha iniziato la sua storia calcistica nella 'sua' Genova. Non a caso, visto che l'azienda di famiglia si occupa, tra le altre cose, di servizi nei terminal portuali. Arrivato nel 1985, risolleva una piazza orgogliosa, orfana dei nove scudetti conquistati e all'epoca in Serie B.

Spicca su tutto, la semifinale di Coppa Uefa della stagione 91/92 in cui il Genoa allenato da Bagnoli si arrende in semifinale all'Ajax (che poi avrebbe vinto il trofeo ai danni del Torino, nella doppia partita passata alla storia per la sedia sollevata da Emiliano Mondonico ad Amsterdam). Ai quarti lo storico successo ai danni del Liverpool trovando la prima vittoria di un'italiana ad Anfield Road nelle coppe. Da li' in poi la magia finisce, fino alla retrocessione in Serie B nel 1995, con Spinelli che lascia il club nell'autunno 1997. Due anni dopo ecco un'altra esperienza in una citta' "vista porto", Livorno.

Come a Genova, questa volta però partendo dalla Serie C, Spinelli riporta la squadra in serie A, cosa che non succedeva da cinquantacinque anni. In panchina c'era Walter Mazzarri con il duo Lucarelli-Protti in attacco. I due l'anno dopo guideranno la squadra a un ottimo nono posto, con allenatore prima Franco Colomba e poi Roberto Donadoni. Come al Genoa arriva l'Europa, ma non per meriti sportivi: il Livorno si ritrova nella Coppa Uefa 2006-07 dopo una classifica rimodellata da Calciopoli. E' la prima volta nella storia del club e l'avventura finisce ai gironi, dove gli amaranto arrivano terzi con 5 punti.

Nel 2008 la retrocessione in serie B ma in un anno Spinelli riporta il Livorno in A, anche se per appena una stagione. Dopo tre anni, il 2 giugno 2013 il Livorno ritrova il massimo campionato ma anche stavolta e' una parentesi che dura 12 mesi. A oggi di promozione non se ne parla, e il presidente Spinelli è sceso in campo per cercare di salvare la categoria disegnando un nuovo quadro dirigenziale. Nel momento in cui sia il 'suo' Genoa che il suo Livorno si trovano in fondo alla classifica tra Serie A e Serie B.

IL PROFILO DELL'IMPRENDITORE SPINELLI -
Tracciare la biografia imprenditoriale di Aldo Spinelli è un’opera che rischia di sfiorare la monumentalità: dalla Palmi della sua infanzia, all’aziendina di trasporto legnami fondata nel 1963 fino all’attuale gruppo Spinelli, uno dei più grandi nella logistica in Italia, c’è una vita intera di lavoro, intuizioni e rischio.

Mattone dopo mattone, il commendator Spinelli (che a Genova, con il suo probabile compiacimento, tutti chiamano Sciù Aldo) ha costruito un impero fatto di sei terminal operativi, settecento dipendenti e seicento camion di proprietà. Un network che si distingue per la sua straordinaria efficienza (la banchina di Sampierdarena, acquisita negli anni novanta, è stata recentemente nominata come la più efficiente d’Italia) e per l’innovazione che l’ha sempre caratterizzato.

Sul piano imprenditoriale il nome Spinelli è immediatamente associato ai camion: nell’ultimo anno il suo Gruppo ha operato 200mila viaggi per un totale di oltre 42 milioni di chilometri percorsi. Eppure Spinelli è stato uno dei primi a comprendere come l’integrazione dei diversi sistemi di trasporto (la cosiddetta intermodalità gomma-ferro) fosse la chiave nella crescita della logistica. Oggi il suo ‘sistema’ si avvale di 3.500 treni l’anno che collegano i centri intermodali del suo Gruppo ai principali porti italiani.

Altro aspetto centrale nell’attività del Gruppo Spinelli è la gestione dei container vuoti: la containerizzazione della merce ha rivoluzionato il mondo dei trasporti e Aldo comprese già in anni lontani l’importanza di rendere disponibile a un mercato la cui domanda è sempre in crescita container puliti e riparati.

Più recentemente Spinelli ha allargato il suo campo d’azione, investendo nella produzione delle energie rinnovabili attraverso il campo fotovoltaico di Santo Stefano di Magra, nello Spezzino: un modo intelligente per compensare le emissioni di Co2 dei suoi mezzi, quasi 800 mila kg risparmiati ogni anno.

Da capitano d’industria Spinelli ha poi operato investimenti su altri terminal portuali (come il recente ingresso nel capitale di Salerno Container Terminal) e quello forse economicamente più rilevante (e rischioso) come azionista di Banca Carige.

Ma ciò che di Aldo Spinelli ha sempre colpito è la sua personale, instancabile operatività: per quanto egli sia oggi uno degli uomini più facoltosi d’Italia non è affatto raro vederlo scendere personalmente nel suo piazzale a fornire indicazioni ai dipendenti. Si tratta di un imprenditore che conosce a fondo tutta la catena operativa della sua azienda ed è questo che lo rende diverso da ogni altro grande industriale.

Per quanto il suo spirito sia ancora quello di un giovane affamato e i suoi ottant’anni siamo portati con l’energia di un ragazzino, il suo Gruppo può guardare al futuro senza ansie: in casa è infatti cresciuta la seconda generazione, incarnata dal figlio Roberto. Sul piano pubblico non potrebbero essere più diversi, tanto istrionico il padre quanto schivo e riservato il figlio, ma nel lato professionale sono fatti della stessa pasta. Dura e coraggiosa.