economia

L'appello dei piccoli azionisti: "Venerdì dobbiamo essere numerosi"
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La data segnata di rosso nel calendario di Banca Carige è venerdì 20 settembre. Quel giorno i soci dell'istituto di credito genovese si incontreranno per decidere se dare il via libera o meno al piano di ricapitalizzazione da 900 milioni di euro, di cui 700 di aumento e 200 di prestito. Tra le stanze di via Cassa di Risparmio è da tempo partita la conta.


Ad ora l'affluenza in proprio o per delega dei soci Carige e' altissima, ma non sufficiente a superare un'eventuale astensione o voto contrario del primo azionista Malacalza (27,5%). Lo si apprende da fonti vicine al dossier. La previsione e' fatta sulla base delle richieste a ieri della documentazione per partecipare all'assise: oggi e' l'ultimo giorno, ma non e' detto che il dato finale sia noto stasera e di per se' si traduca in una effettiva presenza in assemblea


- L'ESPOSTO ALLA CONSOB: La marcia di avvicinamento all'assemblea si arroventa però di nuove polemiche
. Nei giorni scorsi, a nome di oltre cento piccoli azionisti, Consob ha infatti ricevuto un esposto a firma Franco Corti in cui si denunciano "anomalie" nell'operazione di salvataggio predisposta dal Fondo interbancario di tutela dei depositi e da Cassa Centrale Banca. In particolare nell'esposto i piccoli soci denunciano "l'assenza di trasparenza sulle finalità e gli effetti dell'aumento proposto nonché sulle conseguenze sull'azionariato diffuso: trasparenza necessaria perché gli azionisti possano consapevolmente scegliere dove indirizzare il proprio voto". Secondo Corti i commissari straordinari di Carige hanno determinato il prezzo dell'aumento da 700 milioni di euro "esclusivamente in base ad un ipotetico valore di mercato determinato sulla scorta di un parere esterno non reso pubblico, mentre la relazione deve contenere i criteri adottati per la determinazione del prezzo di emissione".

I piccoli soci nell'esposto alla Consob sostengono infatti che "mutuando i prospetti elaborati dagli stessi Commissari, gli attuali azionisti passerebbero dal 100% del capitale ad una percentuale compresa tra il 7% circa e il 18% circa e da un rapido conto, i piccoli azionisti passerebbero dall'attuale 30-35% al 3-8%". Dunque, prosegue ancora Corti, "i nuovi soggetti cui è riservato parte dell'aumento avrebbero invece tra l'80% e il 92% del capitale che passerebbe con l'esercizio della call interamente a Ccb (con un esborso calcolabile tra 230 e 310 milioni di euro)".Si scalda intanto l'attesa per l'assemblea che si prevede assai partecipata. Secondo stime fornite la scorsa settimana dalla stessa Carige sono già oltre 10 mila gli azionisti che hanno chiesto di essere presenti, anche se la banca non è in grado di dire quanti di questi intendano farlo in proprio o per delega. Il dato è comunque importante perchè l'esito dell'assemblea è legato anche al livello di partecipazione. E a più riprese i sindacati di settore hanno invitato a prendere parte massicciamente all'assemblea. Venerdì l'assise dovrà approvare un aumento di capitale da 700 milioni di euro, che è parte di un piano di rafforzamento patrimoniale, messo a punto dai commissari straordinari insieme al Fondo interbancario di tutela dei depositi, che prevede anche l'emissione di un bond subordinato Tier 2 da 200 milioni di euro per iniettare complessivamente 900 milioni nella banca ligure.

- I PICCOLI AZIONISTI E I SINDACATI:
"E' importante che partecipiamo nel numero più alto possibile - spiega De Fecondo -. Noi chiediamo il riconoscimento economico concreto nei confronti dei piccoli azionisti che hanno sostenuto la banca, i commissari ci hanno riconosciuto questo e quindi è giusto partecipare il più possibile". Il tema centrale è quello della partecipazione all'assemblea: "Ci sono state dai grandi azionisti manifestazioni che hanno lasciato intuire la loro partecipazione e il loro voto favorevole, poi ovvio, resta l'incognita di come si comporteranno i soci che non si sono espressi al momento" precisa De Fecondo che fa chiaro riferimento a Vittorio Malacalza, principale azionista di Carige che negli ultimi quattro anni ha investito 423 milioni di euro. "Noi non lo sentiamo da maggio, poi il silenzio totale, ora aspettiamo venerdì" racconta ancora De Fecondo.

E sì perchè da quella che sarà la scelta di Malacalza dipende il via libera o meno del piano di ricapitalizzazione. Nel caso arrivasse l'ok a prendere la maggioranza di Carige sarebbe Cassa Centrale Banca. "Per noi il piano è molto importante, e l'assemblea del 20 settembre rappresenta lo spartiacque che determinerà il futuro di Carige - spiega Renato Biasizzo del sindacato Fabi Carige -. I problemi della banca sono iniziati nel 2013 con le rilevazioni fatte dalla Banca d'Italia sull'attività gestionale, poi c'è stata una pluralità di amministratori delegati che si sono susseguiti, ognuno di loro ha presentato un piano industriale che però non è mai stato approvato". Ancora poche ore poi l'esito dell'assemblea farà il quadro sul futuro di Banca Carige.