cultura

Circa 300 manifestanti in Piazza De Ferrari
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 "Signori e signori, lo spettacolo sta per cominciare": fa effetto sentire la voce registrata che avverte la platea prima dell'apertura del sipario rimbombare in una piazza De Ferrari piena di persone per chiedere la ripartenza della cultura. Circa 300 tra artisti, tecnici musicisti e dipendenti amministrativi scendono in piazza per chiedere al Governo un piano serio di ripartenza, che venga sostenuto da investimenti e che consenta di tornare a lavorare dignitosamente e in sicurezza. E' passato un anno dalla chiusura dei teatri e dei cinema. Un anno di Covid, un anno dalle prime restrizioni che subito hanno interessato il mondo dello spettacolo, della cultura e dell'intrattenimento. Ma c'è anche il pubblico in piazza che non vede l'ora di tornare in platea.  

Un minuto di silenzio, lo stesso silenzio che si è sentito per un anno nelle platee di tutti i cinema o i teatri. "Vogliamo tornare a lavorare, non possiamo stare fermi", commenta l'attore Matteo Alfonso. "Senz'arte non possiamo ripartire. In questi mesi come Emergenza Spettacolo ci siamo sempre stati, oggi in tutta Italia torniamo a far sentire la nostra voce, abbiamo bisogno di certezze: i pochi ristori che sono arrivati non bastano, bisogna garantire il wellfare a chi non può lavorare". E quello che manca ad artisti come Pippo Lamberti: "E' il sorriso, senza spettacolo viviamo in una città più triste: per chi lavora da tempo nel settore perdere un anno è una tragedia, ma un pensiero va ai più giovani che sono stati colpiti da una vera e prorpira mazzata". Aggiunge l'attore Mauro Pirovano: "Serve una riforma da tempo, la aspettiamo da anni e speriamo davvero che sia giunto il momento di cambiare le cose. E' ora che si finisca di chiederci, che lavoro fai? E' un hobby?". 

Locandine appese in piazza di tutti gli spettacoli annullati. Presenti realtà più piccole come il teatro bambini, le scuole di danza, musicisti indipendenti o ancora gli spettatori. Ilaria commenta: "Manca uno specchio sul mondo, senza concerti o teatro ci sentiamo incompleti". E progetti teatrali come quello del Teatro dell'Ortica rischiano di scomparire: "Abbiamo convertito i laboratori online, ma non è lo stesso fare teatro senza i bambini, le presenze sono dimezzate". 

La protesta è iniziata al mattino con un presidio dei sindacati FisTel Cisl e Uilcom Uil Liguria davanti alla prefettura. A dare il via un gruppo di musicisti che in largo Eros Lanfranco hanno suonato l'inno d'Italia. "Le condizioni per ripartire in tutta sicurezza ci sono, in questi mesi il settore ha investito tantissimo per l'applicazione dei protocolli per garantire la piena sicurezza di lavoratori e pubblico, recentemente uno studio di settore di una associazione di categoria ha certificato che dall'inizio della pandemia su 370 mila spettatori nei teatri c'è stato un solo contagio", dice Franco Ippolito, segretario generale FisTel Cisl Liguria. "Non bisogna poi dimenticarsi dei tanti lavoratori non coperti da ammortizzatori sociali, che fino ad ora hanno potuto contare solo sui pochi ristori arrivati". “Noi non abbiamo bisogno di una mancia ma di tornare a lavorare con un piano serio di ripresa", dice Guido Parodi, segretario regionale Uilcom Uil Liguria. "Non si può pensare di rimandare la riapertura del comparto: vogliamo lavorare e dare il nostro contributo alla ripresa dell'economia. Un settore molto variegato che rappresenta un mondo che dà opportunità di lavoro e economia. Queste cose abbiamo detto in Prefettura. Spettacolo e cultura sono la nostra identità e il volano della ripartenza del Paese". Le OO.SS per le lavoratrici e i lavoratori dello spettacolo chiedono la riapertura in sicurezza dei luoghi della cultura, salvaguardare produzione e occupazione, rinnovare i contratti nazionali - protocolli professionisti e autonomi, una riforma legislativa dello spettacolo, definizione di piante organiche adeguate e stabilizzazione dei precari delle fondazioni lirico-sinfoniche, ammortizzatori e sostegni fino alla fine dell’emergenza.

I lavoratori tutti in Piazza De Ferrari dalle 17 per 'fare luce' sul teatro, come già è stato fatto ieri con la manifestazione a cui hanno aderito diverse strutture italiane che hanno acceso le luci, dopo un lungo anno di stop e pochi go. Non è l'unica mobilitazione in programma. Il 24 febbraio, infatti, partirà da Milano 'L'ultima Ruota', un viaggio in bici in 6 tappe che arriverà proprio davanti al Teatro Ariston di Sanremo, in segno di protesta. Il Cts, infatti, ha dato il via libera alla manifestazione che ha portato nell'estremo ponente ligure, già provato dai contagi, più di 3 mila persone, mentre i sipari in tutta Italia sono giù da metà ottobre.