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Si è detto di tutto, dalla censura alla Lamborghini fino alle canzoni 'omofobe'. Il problema è un altro
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C'è anche un po' di Liguria nel discorso del concerto del Primo Maggio di Fedez che ha infiammato per giorni il dibattito sui social. Tra le frasi citate anche quella attribuita all’allora consigliere regionale della Lega Giovanni De Paoli, che nel 2016 durante un evento pubblico avrebbe detto "Se avessi un figlio omosessuale, lo brucerei nel forno": cosa che da lui è stata più volte smentita. Oltre a questo, anche un'altra vicenda riguarda la nostra regione, quella dell'ex candidata per la Lega Giuliana Livigni che aveva detto all'ex assessore Serafini di praticare "iniezioni ai bambini per farli diventare omosessuali". Non si poteva non parlarne a Liguria 2021, trasmissione dedicata ai temi della politica su Primocanale, in onda tutti i lunedì alle 21. 

"Questo artista ha tirato fuori ex esponenti della Lega che si presume abbiano detto determinate cose, io non sono qui né ad accusare né a difendere nessuno", commenta la deputata per la Lega Sara Foscolo. "Ci sarà una querela e poi un processo, deciderà la magistratura: l'ex consigliere si è sempre difeso dicendo che non si trattava di ". Un processo che ad oggi non si è ancora tenuto.

Ma presto la discussione si è spostata sul fatto che il rapper volesse farsi pubblicità, sulla censura della Rai, sulla sua Lamborghini o sulle cose che non ha detto. Ed è persino stato accusato di omofobia. "Fino a qualche anno fa era profondamente omofobo, viste le sue canzoni dove aveva deriso Tiziano Ferro dopo che aveva fatto outing", dice Foscolo. La canzone in realtà si intitola "Tutto il contrario" e, come il titolo, dice tutto il contrario di quello che pensa. Basta leggere le righe successive per comprendere meglio il testo, dove canta "E non è vero che il potere è in mano ai ricchi / Dietro la P3 c'è la mano di Iva Zanicchi / Voglio più tasse, più IRPEF / Sono d'accordo con Dell'Utri, la mafia non esiste / Una volta ho avuto il ciclo mestruale / Credo in Gesù Cristo e in Babbo Natale / Pamela Prati per me non è rifatta / E guarda sono certo che la terra sia piatta". Ma non si dovrebbe parlare né dei suoi 12 milioni di followers, né delle intenzioni del suo intervento, né di che cosa faccia o abbia fatto in passato.


Il punto, infatti, non è Fedez, ma la necessità di tutele. A ribadirlo è Claudio Tosi, presidente di Arcigay Genova. "Siamo qua principalmente a parlare di Fedez, quando dovremmo parlare delle discriminazioni che avvengono quotidianamente nel nostro paese e della legge Zan che è in discussione. Ringraziamo che una persona così seguita sui social e non solo comunque ci sostenga e offra l'opportunità di far discutere, in qualche modo, di questo tema", risponde così alla provocazione che forse il discorso del cantante abbia danneggiato la 'causa'. E poi sottolinea: "Le denuce che arrivano ai media sono molte meno di quelle che avvengo nella realtà, in un territorio come quello ligure lo dimostrano tutte le telefonate e richieste di aiuto che ci arrivano, ma che poi per vergogna o paura non si concretizzano in azioni legali". Segno che c'è bisogno di una normativa, che potrebbe anche non essere questa legge nello specifico. "Il ddl potrebbe essere migliorato, ma è utile e sosteniamo l'iter di approvazione". 

E allora dal palco della discordia e dai social, dove l'argomento sta molto a cuore, soprattutto ai più giovani, si deve presto tornare in aula, in modo tale da dare risposte concrete a coloro che le chiedono. Il tema, del resto, è già sul tavolo.