Fondi straordinari per i servizi sociosanitari extraospedalieri o la sofferenza dei bilanci diventerà eccessiva da sopportare. È l'appello lanciato dagli enti gestori liguri in una lettera aperta inviata a Regione e governo. Tredici sigle che mettono insieme le categorie datoriali e i coordinatori di settori che si prendono cura di anziani, disabili e pazienti psichiatrici in Rsa, strutture semi-residenziali e con servizi a domicilio.
"Non siamo reparti ospedalieri, ma abbiamo fatto in corsa tutti i cambiamenti che ci sono stati richiesti per affrontare il covid, a tutela dei nostri ospiti- sottolinea Giuseppe Grigoni, presidente regionale dell'Unione nazionale istituzioni e iniziative di assistenza sociale- abbiamo applicato misure nazionali e regionali, anche quando andavano oltre le nostre competenze e i contratti con le Asl.
Più attività comportano maggiori oneri: abbiamo anticipato tutto quello che serviva, ma mancano ristori adeguati: servono fondi straordinari o le problematiche rischiano di diventare troppo pesanti". L'elenco delle difficoltà incontrate fin dall'inizio della pandemia è lungo: si va dalla mancanza dei dispostivi di protezione individuale, ora coperti dalla Regioni per il solo 20% delle necessità, alla mancanza di personale, sia per coprire quello ammalato sia per sostituire chi è passato al settore pubblico, dove in media si guadagnano 300 euro in più al mese.
"Paghiamo una datata trascuratezza del settore -spiegano gli enti gestori- non nasciamo come strutture per fare isolamento, ma per fare comunità. Ci siamo organizzati e in questa seconda ondata ci siamo fatti trovare pronti, ma ora servono risposte". Difficile fare una stima complessiva degli extra costi per la nuova organizzazione, per il rifornimento di dpi, per il reperimento del personale e per la sanificazione. "Ci sono realtà che hanno visto crescere i costi anche del 40% rispetto al periodo pre covid- spiega Andrea Bongiovanni dell'Associazione religiosa istituti sociosanitari- e possiamo dire che la media si attesta attorno al 30%. Non potendo fare nuovi ingressi con regolarità, c'è stato un forte sbilancio tra costi fissi aumentati e le entrate diminuite".
E i ristori per il momento hanno riguardato solo il settore delle strutture per gli anziani e limitatamente ai mancati ricavi a causa dei posti rimasti liberi per l'impossibilità di accogliere nuovi ospiti, secondo un accordo siglato con Alisa a novembre. Molte strutture hanno risposto a una prima ricognizione degli extra costi chiesta in fretta e furia dall'azienda ligure sanitaria: "Ma stiamo ancora aspettando una risposta- sottolinea Paolo Merello, del coordinamento regionale enti accreditati dipendenze- servirebbe un tavolo di confronto sui costi". In Liguria, sono circa 15.000 gli ospiti di queste strutture e oltre 9.000 gli operatori, tra personale sociosanitario e dei servizi ausiliari.
salute e medicina
Appello delle Rsa liguri al Governo: mancano ristori per gli extra costi Covid
"Ci sono realtà che hanno visto crescere i costi anche del 40%"
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