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La mossa non è piaciuta a Elliott e Amber
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Hitachi ha acquistato il 3,48% del capitale di Ansaldo Sts pagandolo 10,5 euro ad azione, prezzo che verrà corrisposto anche a chi ha aderito all'opa chiusa a metà marzo e lanciata a 9,68 euro ad azione. Il gruppo giapponese, facendo perno sulle norme che disciplinano l'opa da consolidamento, ritiene di poter acquistare azioni fino al 5% del capitale in un anno senza dover lanciare una nuova offerta pubblica di acquisto su tutto il flottante.

La situazione è particolare in quanto Hitachi è entrata in possesso del 40% di Ansaldo Sts a metà novembre, chiudendo l'accordo per la quota di Finmeccanica, ed ha acquisito un ulteriore 6,4% a marzo con il pagamento delle azioni apportate all'opa. Si tratta dunque di capire - in una situazione che presenta caratteri di assoluta novità - se questi acquisti vadano o meno computati ai fini del calcolo delle soglie dell'opa incrementale.

La Consob vuole capire se grazie agli acquisti, che potrebbero aver già portato Hitachi sopra il 50% del capitale, i giapponesi si sono messi al riparo dal rischio che qualche concorrente (magari i cinesi di Crrc) possa lanciare un'offerta più corposa su Sts e sfilare il gioiellino rilevato da Finmeccanica.

La mossa non è piaciuta ai fondi, a partire da Elliott e Amber. "La decisione di Hitachi di acquistare azioni di Ansaldo Sts a 10,5 euro per azione (più un possibile aggiustamento verso l'alto) continua a sottostimare Ansaldo Sts." Lo afferma il fondo Elliott in una nota, esprimendo fiducia nel fatto che i regolatori e la magistratura italiane "proteggeranno i diritti degli azionisti di minoranza, in conformità con la legge".

Il fondo Elliott, che è il secondo azionista di Ansaldo Sts con il 28,872%, continua a credere che Ansaldo Sts sia "una società unica che, con il giusto management, ha prospettive future molto attrattive". Elliott "è impegnata ad assicurare che Ansaldo Sts continui ad essere gestita nell'interesse di tutti gli investitori, non solo del suo principale azionista, in linea con le migliori pratiche di corporate governance", conclude la nota.