cronaca

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“È inutile che facciate i fenomeni, pontificando, quando la gente guadagna 500 euro al mese. Normale che comprino su Amazon”.


“I negozianti, spesso scontrosi, si sono arricchiti alle spalle dei consumatori per decenni. Ora, con Amazon, traggono le conseguenze di quanto seminato”.


“Su Amazon trovo tutto e in poco tempo. Nel negozio quasi mai”.


Sintesi delle osservazioni più frequenti su una battaglia di civiltà e non di retroguardia, maturata da oltre un lustro a Viaggio in Liguria: il programma del mercoledì sera di Primocanale che ha deciso di giocare fino in fondo quella sfida perché alimentata esclusivamente dall’amore per paesi, vie e città vive. Davanti a osservazioni, anche reali, che disegnano una disarmante fotografia dell’attuale società in corsa sfrenata verso un costante impoverimento economico e sociale, provi ad aggrapparti alla voce della saggezza. Quella di chi, in un assordante silenzio politico, nel frattempo sempre pesante ma non più così tale, ha condiviso la battaglia per la salvaguardia delle botteghe montane.

Cosa replica Cucinosofo, Sergio Rossi? “Il tema resta il solito, la tassazione. Come sostenevamo che l’ultimo negozio di alimentari, sopravvissuto alla raffica di chiusure, in un paesino del profondo entroterra, non possa avere la medesima tassazione di quello del centro città, al tempo stesso, chi alza una saracinesca ogni mattina, pagando sonore tasse allo Stato italiano, non può avere concorrenti che versano imposte irrilevanti e per di più in un altro Paese. Tutto qui. A seguire, c’è il resto delle considerazioni. Intanto, nessuno criminalizza la vendita in rete, anzi, per certe realtà marginali può rappresentare perfino un punto di svolta. Inoltre, risulta evidente che gli acquirenti trovano una scelta incomparabile unita a un sistema di recapito efficiente e veloce, certamente apprezzabile. L'importante è che tutto ciò si basi su una concorrenza reale, dunque applicando una tassazione identica. Tanto la grande compagnia chiederà sempre ai venditori prezzi di partenza più convenienti, perciò un piccolo risparmio ci sarà comunque, ma non è più tollerabile che a pagarlo siano le casse dello Stato, quindi i cittadini, col mancato introito in tasse. Poi c'è il crescente impoverimento della società. Guadagnare poco diventa una ragione per comprare in rete, solo che con questo sistema chi guadagna poco guadagnerà sempre di meno, e l'illusione di risparmiare acquistando on line fornirà la legittimazione a un metodo che conduce solo alla rovina".


Parole di buon senso, una conferma. Eppure, non comprendi perché le istituzioni siano ancora lì a concertare, fare tavoli, valutare sinergie e tutte le frasi fatte del caso davanti a negozi e città verso la lenta agonia.


Peggio, quando ripeti che questa urgenza non possa più aspettare o essere rinviata, rischi pure l’etichetta politica di parte su una priorità che non ha colore. Dobbiamo rassegnarci a quella che chiamano modernità? Nell’epoca di chi ti fa gli auguri di compleanno perché scopre la tua data di nascita su Facebook, ricchi o poveri, ripensando a uno storico titolare del ferramenta di Busalla, che a ogni richiesta risponde “arriva martedì”, ecco, a respirare ancora il profumo dell’attesa non dobbiamo più essere disposti a rinunciare per nulla al mondo. E se riuscissimo a conservare quel sentimento, sarebbe uno dei regali più belli da tramandare ai nostri figli.