salute e medicina

Dopo il bando andato deserto adesso il Tar accoglie parzialmente un ricorso contro il nuovo ospedale
1 minuto e 44 secondi di lettura
L’ultima sentenza del Tar, che ha parzialmente accolto un ricorso presentato da un comitato di residenti di Carignano, è un nuovo colpo di piccone al progetto del nuovo ospedale Galliera: dopo il bando di gara così poco appetibile da farlo andare deserto, adesso i giudici amministrativi si sono espressi annullando una serie di atti che avevano contribuito a portare all’approvazione del progetto. In particolare il Tar avrebbe stabilito che l’iter della pianificazione urbanistica non ha previsto di sottoporre il piano del nuovo Galliera alla procedura di valutazione ambientale.

La direzione dell’ospedale, rappresentata dal vice presidente Giuseppe Zampini e dal direttore generale Adriano Lagostena, la stessa che ha pensato e redatto il progetto del nuovo ospedale, dovrebbe appellarsi al Consiglio di stato ma il problema è più profondo: con i siluri che lo stanno colpendo da tutti i lati sembra proprio che il nuovo ospedale non debba mai vedere la luce.

Sembra infatti che alla base dei continui travagli di questo progetto ci sia il metodo scelto da Zampini: stimato uomo d’impresa, una lunga storia al vertice di Ansaldo Energia e di Confindustria, si sta scontrando con una realtà caratterizzata da minore autonomia gestionale, in cui è determinante impostare un dialogo proficuo con gli interlocutori esterni. Una posizione più politica che industriale.

Dopo il brutto colpo subito a giugno, quando il bando da 136,7 milioni per la realizzazione del primo lotto del nuovo ospedale, da completare in poco meno di cinque anni, era andato deserto, il presidente Toti (che è anche assessore alla Sanità) aveva convocato Zampini e Lagostena per chiedere sostanziali modifiche. Ora questo secondo schiaffo che provoca l’entusiasmo dei comitati contrari all’opera.

Sullo sfondo c’è la proprietà del Galliera che, dopo la nomina del nuovo Arcivescovo (Mons. Marco Tasca ha sostituito il Cardinale Angelo Bagnasco), potrebbe avere cambiato atteggiamento nei confronti di questo progetto che, tra un ricorso e un fallimento, dopo una gestazione di ormai 10 anni, rischia di nascere obsoleto. Il nuovo vecchio Galliera.