cronaca

Non si esclude nessuna pista in una strada tristemente nota
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Innesco, condensatore, fili collegati. Quella bombola poteva esplodere. E il perché non è successo è oggetto di approfondimento della polizia. L'allarme scattato questa mattina nel quartiere genovese di Albaro in via Pisa era apparso da subito serio.

La presenza di una bombola di gas da 10 kg aveva creato apprensione. Si trovava proprio a ridosso dello sportello Bancomat della Banca Cesare Ponti aperta l'anno scorso al posto di uno sportello Carige. Sul posto si sono così portati gli artificieri della Polizia di Stato e i mezzi dei vigili del fuoco. La strada è stata chiusa per oltre due ore con disagi limitati alla viabilità. Non appena la bombola è stata resa innoffensiva la polizia ha avviato subito le indagini e i rilievi.

Da quanto trapela l'attentato sembra opera di professionisti. Resta da capire se la mancata esplosione sia dovuta al fatto che chi ha sistemato l'ordigno è stato disturbato o sia invece stata voluta per lanciare un segnale.

Peraltro in una strada che storicamente ha rappresentato un momento drammatico alla fine degli anni '70. Il 21 giugno del 1978 infatti proprio in via Pisa un commando delle Brigate Rosse giustiziava a bordo di un bus il commissario della polizia di Stato Antonio Esposito impegnato nelle attività di contrasto del terrorismo di sinistra.

Fu la prima vittima del terrorismo dopo l’uccisione del magistrato Francesco Coco e della sua scorta. Per quell’agguato furono poi identificati e arrestati i quattro componenti del nucleo Francesco Lo Bianco, Luca Nicolotti, Adriano Duglio e Riccardo Dura.