cronaca

Proseguono le indagini della Procura sullo stato dei viadotti
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Una mattinata di paura quando, sul sito di Autostrade per l’Italia, si è letta questa frase: Code tra Ovada e Masone in direzione Genova Voltri per lesioni alle strutture”. Sì, le famigerate ‘lesioni alle strutture’ che comparirono anche quel 14 agosto del 2018 quando, come purtroppo sappiamo, non si trattata di un danno strutturale ma del crollo di ponte Morandi, l’immane tragedia che costò la vita a 43 persone. Incolonnamenti e preoccupazione tra le carreggiate della A26, all’interno della galleria Monta.

Secondo quanto riporta la società, a causare problemi sarebbe stato un tir che intorno alle 7.30 della mattina avrebbe inavvertitamente urtato la parte superiore della galleria agganciando un cavo di servizio del tunnel tra Ovada e Masone. Sul posto sono intervenuti Polizia e tecnici di Autostrade, che hanno posizionato un cantiere provvisorio per ripristinare i danni causati dall’incidente. Per consentire i lavori di ripristino una delle tre corsie, quella di destra, è rimasta chiusa al traffico. Nel tratto si sono formati fino a tre chilometri di coda. Pesanti rallentamenti per i tanti tir in arrivo dal Piemonte e diretti verso il porto di Genova.

Nel frattempo, lente di ingrandimento puntata sui cinque viadotti genovesi nel mirino della Procura. Si tratta del Bisagno, Pecetti, Veilino, Sei Luci e Gargassa. Ponti che, sulla carta, non hanno problemi strutturali ma che preoccupano, e non poco, gli inquirenti, per le stesse valutazioni che ne certificano la sicurezza, le stesse che anche su ponte Morandi hanno sottostimato la strage del viadotto. La Procura, dopo aver segnalato varie anomalie al ministero delle Infrastrutture, ha incaricato i propri consulenti di verificare l’affidabilità del dossier.