cronaca

Il boom della spesa non compensa però le difficoltà legate al Covid
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Mancano pochi giorni a Natale e il 2020 non si conferma solo l’anno degli acquisti su internet, ma con l’arrivo della pandemia da Coronavirus, volano anche gli acquisti delle festività direttamente dal contadino, in crescita del 26% rispetto al 2019.




A fare da traino a questo dato, una nuova sensibilità degli italiani verso i cibi salutari, ma anche la volontà di recuperare un contatto diretto con chi coltiva i prodotti. E' quando emerge da un'indagine di Coldiretti/Ixè che rivela una vera e propria 'svolta green’ nei consumi, per effetto della tendenza delle persone a compensare il maggiore tempo trascorso in casa con un'alimentazione più sana, ma anche per prodotti originali e gustosi da regalare a parenti e amici.

 


Una opportunità che è stata colta anche per il periodo delle feste
natalizie. Per quanto riguarda la spesa media nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica, si è passati dai 27 euro del 2019 ai 34 euro del 2020, secondo l'indagine Coldiretti/Ixè, arrivando a rappresentare oltre un terzo della spesa alimentare totale tra coloro che frequentano i ‘farmers market’. A spingere la spesa dall'agricoltore è soprattutto la possibilità di trovare prodotti stagionali, a km zero e di qualità, ma anche perché per l'enogastronomia, l'84% degli italiani preferisce fare acquisti di persona direttamente dal produttore, con una maggiore attenzione nella selezione e anche un servizio di consulenza rispetto al web.

 


"Un risultato reso possibile dal fatto che l'Italia è l'unico paese
al mondo che può contare su un’ unica rete organizzata che mette a disposizione delle famiglie circa 1200 mercati contadini a livello nazionale, sia all'aperto che al chiuso, con una varietà di prodotti che vanno dalla frutta alla verdura di stagione, dal pesce alla carne, dall'olio al vino, dal pane alla pizza, dai formaggi fino ai fiori", spiegano da Coldiretti.

 


Il boom della spesa nei mercati contadini non compensa però
le difficoltà causate dalla pandemia di Covid alle aziende agricole, a causa soprattutto del crollo delle attività di bar, trattorie, ristoranti e pizzerie, oltre che degli agriturismi. Il risultato è una perdita di fatturato di oltre 9,6 miliardi per i mancati acquisti in cibi e bevande nel 2020, dal vino alla birra, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco.



“In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione
rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione. Dinanzi a tale situazione molti mercati, aziende agricole e agriturismi si sono attrezzati per individuare nuove soluzioni e superare le difficoltà logistiche e organizzative dei canali consueti, sperimentando forme alternative come il take away, il delivery per le mense degli uffici, le consegne dei pasti a domicilio" hanno spiegato infine da Coldiretti.