cronaca

Si unisce anche il corteo dei migranti al grido di "Libertà"
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Il grido di battaglia è quello di sempre (We Are Not Going Back‬) ma i toni di questi giorni si sono alzati notevolmente. I No Borders arrivano alla manifestazione di Ventimiglia con parole dal significato fortissimo.

Circa 150 si sono riuniti in presidio davanti al Comune di Ventimiglia, arrivati alla spicciolata da varie zone della città di confine. A loro si è aggiunto un corteo di circa cento migranti nella zona della stazione. Cantano "Freedom, liberté, libertà", nelle varie lingue, espongono striscioni: "Where is freedom? Where is human rights?": dov'è la libertà, dove sono i diritti umani? Intorno, tutto blindato: forze dell'ordine dispiegate su tutto il territorio comunale, presidiati i caselli autostradali e decine di poliziotti in tenuta antisommossa nella piazza del Comune. 

Presenti anche una ventina di attivisti francesi della vicina val Roja. La manifestazione, che non è autorizzata, si svolge, davanti a un folto presidio di forze dell'ordine: carabinieri e polizia, presenti nei punti nevralgici della città. "Oggi l'Italia è un grande carcere - ha affermato una delle attiviste transalpine - gli italiani sono i carcerieri e la Francia deve aprire le frontiere". I manifestanti hanno mostrato diversi striscioni, muovendosi in corteo per le vie attorno al Comune, dove poi si sono fermati, tenendo brevi comizi.

I migranti si sono poi ritirati nel greto nel torrente Roja. Gli attivisti si sono vestiti con parrucche rosa e nastri bianchi e rosse per prendere in giro le forze dell'ordine. Hanno fermato alcune automobili in via Roma, dicendo che lì era stato tracciato un confine che non si poteva oltrepassare.

Sul gruppo Facebook, nato oramai più di un anno fa, gli attivisti hanno parlato di "torture" e "deportazioni" in riferimento al piano deciso soltanto una settimana fa dal ministro dell'Interno Angelino Alfano. I No Borders contestano in particolare la decisione di allontanare dal territorio di Ventimiglia tutti i migranti - circa duecento - che avevano deciso di non farsi identificare. "A Ventimiglia è in atto una vera e propria caccia all’uomo", attaccano.