E’ il 14 luglio del 1948. Palmiro Togliatti, segretario generale del Pci lascia Montecitorio accompagnato da Nilde Jotti, la sua giovane compagna di vita e di partito. E’ da poco passato mezzogiorno, quando il leader del più grande partito comunista europeo lascia la Camera dall’uscita secondaria di via della Missione.
Un giovane siciliano, Antonio Pallante gli spara all’improvviso quattro colpi di pistola che lo feriscono gravemente. Viene soccorso, portato in ospedale e immediatamente operato dal celebre chirurgo il professor Pietro Valdoni. Si vivono ore d’angoscia perché le condizioni dell’uomo politico sembrano disperate.
In molte città italiane gli operai escono dalle fabbriche, molti ex partigiani tirano fuori le armi nascoste e le piazze si riempiono. C’è aria di rivolta. Arriva la polizia, la Celere e cominciamo scontri gravissimi, assalti dei dimostranti e cariche durissime della polizia. Forse la situazione più drammatica è proprio a Genova. I portuali salgono in piazza De Ferrari, via XX Settembre. Scoppiano anche due bombe a mano.
“Ma gli scontri più drammatici – racconta la professoressa Emanuela Francesca Traversaro autrice del saggio “Genova 1948, una rivoluzione mancata” si svolgeranno il giorno seguente il 15 luglio con l’assalto alla caserma di pubblica sicurezza di Bolzaneto. Il Prefetto chiede al ministro degli Interni la dichiarazione dello stato di pericolo pubblico”. Togliatti fortunatamente migliora e invita pubblicamente alla calma. Lo sciopero generale proclamato subito dopo l’attentato viene annullato. Poi ci pensa Gino Bartali a distrarre la popolazione con l magnifica vittoria a una tappa del Giro di Francia, sconfiggendo il mitico Luison Bobet sul colle dell’Izoard.
La situazione torna alla normalità in tutto il Paese e anche a Genova, ma si contano tre morti, un giovane di 38 anni e madre e figlia che dalla finestra assistevano agli scontri, raggiunte da proiettili vaganti. Ci saranno altri scontri con molte vittime nei giorni successivi in tutta Italia dove si vive una situazione politica tesissima. Davvero stava per scoppiare la rivoluzione? Davvero Togliatti la fermò anche spinto dalla volontà di Mosca? E davvero l’attentatore Antonio Pallante agì da solo e non fu la mano di qualche altro misterioso mandante? Tante domande senza una risposta.
Di queste giornate si occupa la settima puntata di “Terza, le storie di Genova” che va in onda mercoledì alle 18.15/19.30/20.45/23 circa e giovedì mattina su Primocanale. I drammatici e rari filmati sono dell’Archivio Ansaldo. La regia di Andrea Rocchiccioli e il montaggio di Lorenzo Vigo.
Tutte le puntate già trasmesse sono visibili sul sito www.primocanale.it. Nella rubrica Terza.
cronaca
'Terza', l'attentato a Togliatti e la rivolta di Genova nel 1948
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