cronaca

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 Dalle carceri di Palazzo San Giorgio ai fasti della Cina, un viaggio lungo tre atti quello al Carlo Felice che ha conquistato il pubblico genovese. Lunghi e calorosi applausi per la prima europea di "Marco Polo": per il teatro è stata una vera scommessa mettere in campo un'opera in lingua cinese in anteprima di stagione. 200 le persone coinvolte nella realizzazione, dal cast cinese al coro all'orchestra fino alle comparse, tra cui dei ragazzi in alternanza scuola lavoro. Una vera e propria coproduzione, impreziosita da un'imponente scenografia, da un corpo di ballo e dalle spettacolari proiezioni video.

L'opera inizia e finisce a Genova come vuole la storia, proprio dove Marco ha iniziato a dettare il Milione. In un lungo flashback si ripercorrono non solo le sue tappe lungo la via della Seta, ma anche la sua travagliata storia d'amore. Una trama coinvolgente che il pubblico può seguire grazie ai sovratitoli tanto da dimenticare (o quasi) che gli interpreti stiano cantando in cinese.

Del resto con quest'opera si vuole celebrare l'anniversario dei 50 anni di rapporti tra Italia e Cina. E si è detto soddisfatto l'ambasciatore cinese Jun Hua Li che l'opera sia stata rappresentata per la prima volta a Genova, città a cui si lega la vicenda di Marco Polo. Proprio per questo il capoluogo ligure è conosciuto e apprezzato da molti cinesi.

Ma anche la produzione è rimasta colpita dall'organizzazione del teatro e dall'entusiasmo del pubblico, per cui si augura che l'allestimento possa fare altre tappe in Italia e in Europa. "Sappiamo che l'opera è nata in Italia", ha detto Jin Sheng Li, chairman of China Arts and Intertainmente Group, "ma adesso possiamo far conoscere il modo di affrontare il genere operistico cinese".