cronaca

Sul furgone vicino a lui Gianluca Ardini uno dei sopravvissuti
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 "Luigi il mio figlio più grande era un ragazzo allegro e aveva un obbiettivo quello di costruirsi una famiglia, lui amava i bambini. Nell'ultimo periodo aveva raggiunto i suoi desideri: un lavoro fisso e una famiglia ma è stato strappato alla vita". Così con un filo di voce commossa Giuseppe ricorda suo figlio , una delle 43 vittime del crollo del Morandi. Luigi aveva 34 anni, era sposato con Lara e aveva quattro figli. Il decimo docufilm della serie ‘Il ponte: 24 mesi tra dolore e speranza’ è dedicato a lui.

"Era un ragazzo onesto, gli piaceva lavorare e divertirsi purtroppo quel 14 agosto l’hanno portato via dall'affetto di suoi genitori e da tutti quelli che gli volevano bene - racconta Giuseppe - non riusciamo a darci pace, ci manca ogni giorno, ogni istante, ogni notte qualunque cosa guardiamo pensiamo a lui. Con me aveva un rapporto bellissimo non da papà a figlio ma da fratelli: scherzavamo e passavamo le giornate in un’allegria straordinaria che mi manca da morire. Luigi è un pezzo che manca tantissimo, un ragazzo strappato alla vita ingiustamente".

Il collega di Luigi, Gianluca Ardini, riuscì a salvarsi grazie a un salvataggio miracoloso da parte dei vigili del fuoco
. Giuseppe seppur nel dolore assoluto e totale bei suoi confronti non prova rabbia anzi: “Purtroppo Luigi è stato sfortunato in quel momento sul furgone erano in due, il suo compagno si è salvato e di questo sono felice ma Luigi manca tantissimo a tutti noi”.

Giuseppe, per gli amici Pino, in questi due anni è stato una dei volti e delle voci del comitato ricordo vittime del Morandi accanto a lui sempre sua moglie Maria Grazia che ora ha deciso di parlare perché “sono stata troppo in silenzio, la vita però continua per gli altri miei figli, per i miei nipoti e per mio marito”. Fa un respiro profondo questa mamma come se dovesse raccontare suo figlio tutto di un fiato per paura di non riuscire a proseguire: "Tutti per uno uno per tutti questo è il motto della nostra bellissima famiglia - spiega Maria Grazia - Luigi era la simpatia in persona, è la tessera mancante del puzzle della nostra vita. I suoi abbracci unici toglievano il respiro. Era un ragazzo meraviglioso di cuore, amava la vita le cose piccole, un ragazzo d’oro lascia un vuoto incolmabile".

"La mattina mi dava il buongiorno e mi raccontava tutto - prosegue Giuseppe - ecco perché quel 14 agosto quando ho sentito la notizia e non sono riuscito a parlargli, dentro di me ho avuto subito la sensazione che fosse successo qualcosa di brutto. Quel silenzio mi ha fatto decidere di partire subito dalla Calabria, un viaggio lunghissimo con la mia sensazione che poi si è tramutata in realtà alle 19.30 quando ho avuto la telefonata in vivavoce in macchina nella quale mi comunicavano che era stato ritrovato il corpo senza vita di mio figlio".

Non trattiene le lacrime Giuseppe soprattutto quando ripensa al giorno del crollo. La sua vita e quella della sua famiglia si è fermata alle 11.36 e ogni giorno a quell'ora suona la sveglia sul cellulare. "Per noi è sempre il 14 agosto, ogni giorno - conclude - sono le 11.36 e per questo non passerò mai su quel ponte".

Il docufilm andrà in onda su Primocanale alle 7.45; 11.00; 14.00; 18.45; 20.45; 22.45.