Centocinquanta statuine che prendono vita grazie al movimento di una ruota di bicicletta, nel cielo oltre 300 lampadine che scandiscono l'alternarsi del giorno e della notte e sullo sfondo un trittico di 40 metri quadrati che rappresenta gli antichi borghi di Betania, Gerusalemme e Betlemme al tempo di Gesù Cristo.
Il Museo dei Cappuccini di Genova ripropone lo storico appuntamento con il presepe meccanico, principale attrazione del periodo natalizio. La storia di questo presepe inizia negli anni '30, con il suo costruttore Franco Curti che lo concepisce inizialmente come presepe itinerante: "E' considerato tra i presepi più antichi d'Italia, e dal 1947 non è più stato modificato - spiega il curatore Luca Piccardo - "Era nato per essere portato in giro per le piazze del nord Italia, Curti aveva un furgone e un tendone di proprietà e lo allestiva nelle piazze: con un megafono sul tetto del furgone chiamava a raccolta i visitatori per venire a vedere questa meraviglia."
La storia biblica prende vita
Non solo la scena della Natività viene rappresentata da questo grande presepe: "Ci sono diversi luoghi anche della vita adulta di Gesù, come la fortezza Antonia, la casa di Lazzaro e così via. Ma sono esposti tanti antichi mestieri del tempo: falegname, pastore, burraio, filanda...
Ciò che permette il movimento delle statue è nascosto agli occhi di tutti: "C'è un unico motore collegato a una ruota di bicicletta per ridurre i giri, e un lungo albero motore della lunghezza di 10 metri porta il movimento a ogni singola casetta con le cinghie di cuoio delle vecchie macchine da cucire a pedale. In totale si vedono 150 figure in movimento"