E' una mostra fotografica che invita a riflettere sulla nostra percezione della natura in un mondo sempre più dominato da repliche artificiali. W.E.I.R.D. (acronimo di 'Wilderness Emulation Implicates Rapid Destruction', ovvero 'L'emulazione della natura selvaggia implica una rapida distruzione') di Nicolò Rinaldi, fotografo genovese documentarista e visual researcher, allestita nella sala Spazio Aperto di Palazzo Ducale fino al 23 novembre, esplora il confine sfumato tra ciò che è naturale e ciò che ne è solo un’imitazione. Le immagini non raffigurano paesaggi reali, ma dettagli di ambienti ricreati artificialmente: parchi a tema, musei, oggetti scientifici che studiano i processi naturali per soluzioni tecnologiche. Questa scelta evidenzia come l’essere umano attratto dalla natura selvaggia sia al contempo incapace di accettarla nella sua forma originaria.
In discussione l'idea di natura intatta e perfetta
Attraverso un allestimento immersivo che combina fotografie stampate, sculture e videoinstallazioni, W.E.I.R.D. mette in discussione l’idea tradizionale di natura intatta e perfetta, restituendo invece un paesaggio distorto e distopico. Le opere evocano una tensione costante tra realtà e illusione, in cui la natura appare alterata e ricostruita, sempre meno riconoscibile: “La mostra – spiega Nicolò Rinaldi - contiene immagini un po' concettuali che sono unite tutte dallo stesso filo conduttore, ovvero le repliche artificiali della natura. Mi sono posto questa domanda un paio di anni fa cercando di indagare quale fosse il motivo per cui l'uomo sceglieva di replicare la natura. Qui cerco di dare una risposta anche se non è molto esplicita ma per lo più lasciata all'interpretazione dello spettatore. Io sarò comunque disponibile per fare visite guidate e spiegare i miei lavori domenica 16 e domenica 23”.