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Cultura e spettacolo

In agitazione i lavoratori di Snater e Cgil
2 minuti e 16 secondi di lettura
di Dario Vassallo

Al Carlo Felice la tregua è definitivamente finita dopo quello che i sindacati avevano definito 'un atto di buona volontà' nei confronti del nuovo sovrintendente Michele Galli appena insediatosi che aveva portato al regolare svolgimento della 'prima' di 'Carmen'. Invece 'Il flauto magico' di venerdì prossimo torna ad essere fortemente a rischio dopo lo stringato comunicato che lo Snater ha inviato allo stesso Galli: "Con la presente intendiamo confermare lo sciopero per la prima di “Die Zauberflöte” prevista per il giorno 13/06/2025. Le motivazioni della dichiarazione di sciopero sono quelle descritte nella precedente dichiarazione inviatavi il 2/4/2025 (Prot. N. 938/Per) alle quali non è stata data alcuna risposta positiva". Una posizione che alla quale si allinea anche la Cgil.

I rapporti tra lavoratori e vertice del teatro continuano dunque ad essere tesissimi così come sottolineato anche da un altro comunicato fatto uscire in occasione della 'prima' dell'opera di Bizet: "Ci risulta che poco prima della sospensione di quello sciopero quale "atto di responsabilità" collegato all'arrivo proprio in quei giorni del nuovo sovrintendente, fosse stata valutata e tentata, da parte del rappresentante del governo nel consiglio di indirizzo della fondazione nonché presidente del Conservatorio "N. Paganini", la possibilità di far scritturare allievi del Conservatorio stesso quali coristi per sostituire i lavoratori in sciopero. Vogliamo sperare che tale "brillante idea" fosse frutto di inesperienza gestionale, professionale e artistica (anche solo per il fatto di configurare una vera e propria attività antisindacale) e che le istituzioni - che si sono poi dichiarate estranee a questa "fuga in avanti" - abbiano ben presente che il diritto allo sciopero è sancito dalla Costituzione e come tale non può essere aggirato con espedienti che possono facilmente ritorcersi contro chi li mette in opera".

I motivi del contendere che ha portato alla dichiarazione di astensione dal lavoro per tutte le 'prime' da qui alla fine della stagione, Festival di Nervi compreso, sono note: al di là del contratto nazionale che non è rinnovato dal 2000 salvo un'integrazione che ha riguardato soltanto il periodo 2019/2023, il problema è tutto interno e riguarda gli organici tecnici, l'organizzazione del lavoro, i buoni pasto, la flessibilità di coro e orchestra e i fringe benefits concessi l'anno scorso ma non rinnovati. A questo si aggiunge la preoccupazione per una programmazione che in alcuni casi è considerata poco appetibile con la richiesta di inserimento di un maggior numero di titoli 'popolari' e di spettacoli di generi come musical e operette in grado di richiamare un maggior numero di spettatori. Una richiesta, quest'ultima, che andrà valutata con il nuovo direttore artistico Federico Pupo. Intanto però occhi puntati a venerdì quando si dovrà capire se verrà deciso il rinvio della 'prima' o se si tenterà comunque di andare in scena facendo la conta, la sera stessa, dei lavoratori presenti.