È ancora aperta la vicenda giudiziaria sulla morte di un ospite 85enne della RSA Armellini della Fondazione Chiossone, deceduto il 29 febbraio 2024 dopo essere precipitato con la sedia a rotelle da una rampa di scale il 17 gennaio precedente.La procuratrice aggiunta Arianna Ciavattini, titolare dell’inchiesta, aveva inizialmente iscritto nel registro degli indagati l’operatrice socio-sanitaria (difesa dall’avvocata Morena Steri) che per ultima si era occupata dell’anziano. Nelle scorse settimane, però, la pm ha chiesto al gip l’archiviazione del fascicolo per omicidio colposo, ritenendo non configurabile responsabilità penale.
L'opposizione della famiglia
I familiari della vittima, assistiti dall’avvocata Fulvia Nari, si sono opposti con fermezza, sostenendo che le responsabilità non sarebbero solo dell’operatrice ma anche della struttura, per carenze organizzative e di vigilanza. L’incidente era avvenuto nel pomeriggio del 17 gennaio 2024. L’85enne, già ricoverato in precedenza al Galliera e al San Martino per gravi patologie, era stato sistemato sulla sua sedia a rotelle dall’operatrice, che si era poi allontanata per assistere altri ospiti. L’anziano era riuscito ad aprire una porta antincendio e a raggiungere le scale, precipitando per diversi gradini. Trasportato d’urgenza in ospedale, era spirato un mese e mezzo dopo.
I risultati dell'autopsia
L’autopsia disposta dalla Procura, affidata alla medico legale Sara Lo Pinto, ha stabilito che le lesioni riportate nella caduta "hanno agito come fattore quantomeno concausale nel determinare il decesso". Tuttavia, la stessa perizia ha escluso profili di colpa grave in capo al personale: secondo Lo Pinto, in assenza di "espresse direttive dirigenziali volte ad assicurarsi che la porta fosse sempre chiusa", il comportamento dell’operatrice è stato ritenuto "congruo". Dopo la discussione in camera di consiglio, la giudice per le indagini preliminari Angela Nutini si è riservata la decisione: potrà accogliere la richiesta di archiviazione della Procura oppure disporre ulteriori approfondimenti investigativi, anche sulla responsabilità della struttura.La parola ora passa al gip. I familiari dell’anziano attendono che venga fatta piena luce sulle condizioni di sicurezza della RSA e sulle procedure di vigilanza adottate quel giorno.