C'è anche un membro della famiglia Spada tra i 31 indagati nell’inchiesta della Direzione investigativa antimafia di Genova sul traffico di microcellulari introdotti nel carcere di Marassi. Ottavio Spada, 36 anni, avrebbe introdotto - come gli altri - un dispositivo utilizzato dai detenuti di ‘ndrangheta e camorra per comunicare con l’esterno.
La perquisizioni scattate all'alba
Le perquisizioni, scattate all’alba in dodici istituti penitenziari diversi (i detenuti nel tempo erano stati trasferiti o scarcerati), hanno interessato anche celle di affiliati alle cosche Morabito di Africo (Reggio Calabria), Grande Aracri di Cutro (Crotone), Molè di Gioia Tauro e Gallico-Frisina di Palmi. Solo in due casi sono stati trovati apparecchi telefonici. L’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Federico Manotti, era partita nel 2021 quando gli investigatori intercettarono una conversazione tra un soggetto esterno e un detenuto di Marassi.
I microcellulari entravano in carcere dentro ai pacchi
Da lì è emerso un sistema consolidato: i microtelefonini – minuscoli apparecchi facilmente occultabili nel corpo o nelle celle – venivano consegnati dai familiari durante i colloqui in parlatorio.Nel corso delle indagini sono stati monitorati oltre 150 numeri di telefono e 115 Sim, molte delle quali acquistate in esercizi compiacenti del centro storico genovese. Dei 31 indagati, gran parte è già libera: dodici risultavano ancora detenuti al momento delle perquisizioni odierne.