Il mondo della musica italiana è in lutto: Ornella Vanoni, una delle interpreti più raffinate e longeve della canzone d’autore, è morta a 91 anni nella sua casa di Milano per un malore improvviso, probabilmente un arresto cardiocircolatorio.
La signora della canzone
Nata il 22 settembre 1934, la “Signora della canzone” lascia un vuoto incolmabile, con una carriera durata oltre sessant’anni, più di 55 milioni di dischi venduti, otto partecipazioni a Sanremo e un’eredità di successi che hanno attraversato generazioni.
L’unicità della sua voce
Voce suadente e timbrica unica, Ornella Vanoni ha saputo fondere jazz, bossa nova, canzone popolare e melodie sofisticate, diventando icona di eleganza e intensità emotiva. Unica donna ad aver vinto due Premi Tenco come cantautrice (record eguagliato solo da Francesco Guccini), aveva ricevuto nel 2022 un Premio Speciale creato appositamente per lei dal Club Tenco. “Non ho paura della morte – aveva detto di recente – voglio vivere finché do qualcosa alla vita e la vita dà qualcosa a me”.
Ornella e Gino, “senza fine”
Ma per Genova, la città di Gino Paoli – suo grande amore e compagno artistico negli anni Sessanta – la scomparsa di Ornella assume un significato ancora più profondo. Fu proprio il cantautore genovese a regalarle uno dei suoi brani più celebri, “Senza fine”, scritto ispirandosi alle sue mani grandi e affusolate: un inno all’amore eterno che entrambi incisero e che divenne simbolo della loro passione tormentata. La relazione con Paoli, nata nel 1960 negli studi della Ricordi, fu intensa e travagliata: lei si sposò persino con l’impresario Lucio Ardenzi (da cui nacque l’unico figlio Cristiano), ma tornò presto da Gino, con cui condivise palcoscenici e tormenti privati. Anni dopo, i due tornarono a cantare insieme in album come “Ti ricordi? No non mi ricordo” (2004) e tournée sold-out, sigillando un legame che durò “senza fine”.
“L’appuntamento” con il genovese Bruno Lauzi
E Genova parla anche attraverso un altro figlio illustre della “scuola genovese”: Bruno Lauzi, autore del testo italiano di “L’appuntamento”, uno dei cavalli di battaglia della Vanoni. Pubblicata nel 1970, la canzone – adattamento del brano brasiliano Sentado à beira do caminho di Roberto ed Erasmo Carlos – conquistò il pubblico con la sua malinconia struggente (“Ho sbagliato tante volte ormai…”), vincendo la Gondola d’Oro a Venezia e diventando un classico immortale, ancora oggi sigla di programmi tv come Belve.
Ornella Vanoni ha sempre portato nel cuore il profumo di Genova: collaborazioni con Fabrizio De André, amicizie con Luigi Tenco e Umberto Bindi, e quel filo invisibile che legava la sua Milano bourgeois alla Superba dei cantautori.