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Cronaca

1 minuto e 8 secondi di lettura
di r.c.

"All'inizio pensavo trasportasse prodotti senegalesi, poi ho avuto il sospetto che facesse consegne di droga. Non pensavo che fosse un reato e non ho mai ritenuto di denunciarlo". Sono le spontanee dichiarazioni rilasciate dal tassista genovese di 46 anni per cui la Procura di Genova ha chiesto l'arresto nell'ambito dell'inchiesta che nelle scorse settimane ha portato all'arresto di una banda di stranieri che preparavano e spacciavano cocaina e crack a Genova.

L'interrogatorio preventivo del tassista

L'uomo, difeso dall'avvocato Mario Iavicoli, avrebbe dovuto sottoporsi all'interrogatorio preventivo davanti alla giudice Nicoletta Guerrero che nei prossimi giorni dovrà decidere se accogliere la richiesta di arresto oppure applicare un'altra misura, ma ha preferito rilasciare solo dichiarazioni spontanee. Il tassista ha spiegato "di avere scelto il turno di notte per potere di giorno badare agli anziani genitori malati". Secondo quanto emerso dalle indagini della polizia locale, coordinata dalle pm Monica Abbatecola e Francesca Rombolà, l'uomo aveva una chat con uno degli spacciatori che doveva consegnare la droga in orari notturni in varie zone di Genova e anche fuori. In quella chat sono stati trovati quasi quattro mila messaggi da inizio gennaio del 2022 a fine gennaio 2023. Gli investigatori hanno scoperto che ogni dose di crack veniva venduta dai 15 ai 20 euro. Le donne che non avevano i soldi venivano usate come "cavie" per testare le nuove partite di droga o potevano pagare con prestazioni sessuali.

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