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Cronaca

Tutto era partita da una rapina nel garage del Basko di Molassana
1 minuto e 49 secondi di lettura
di Annissa Defilippi

Undici imputati condannati, oltre 50 anni di carcere inflitti in totale, ma l’accusa più pesante – l’associazione per delinquere – è caduta in aula. Il Tribunale di Genova ha chiuso il capitolo genovese del maxi-traffico di cocaina, hashish e marijuana gestito anche da collaboratori di giustizia pugliesi sotto protezione. A guidare il plotone, Domenico Milella, 44enne ex braccio destro del boss barese Eugenio Palermiti: per lui la giudice Carla Pastorini ha firmato 7 anni e 10 mesi di reclusione.

Il colpo fallito che ha acceso i riflettori 

 
Tutto parte il 17 dicembre 2022, parcheggio sotterraneo del Basko di Molassana. Un corriere sta consegnando 6 panetti di cocaina. Milella e il genero Giuseppe arrivano per rapinarlo: coltello alla gola, botte. Ma un maresciallo della finanza in borghese, di passaggio per la spesa, si qualifica. I banditi mollano l’auto – dentro droga, pistola, mazzette nascoste in una scatola di panettone – e scappano. Milella punta la lama al collo del militare, poi svanisce. Da quell’auto abbandonata nasce l’inchiesta della pm Monica Abbatecola. Gps, microspie, telecamere: emerge un doppio binario criminale. Uno torinese con ramificazioni in Spagna, l’altro tutto pugliese, fatto di pentiti trasferiti in Liguria che invece di rigare dritto continuavano a spacciare.ù

Le pene: da 10 anni e 8 mesi a 1 anno e 8 mesi 

Con rito abbreviato, ecco il verdetto:
  • Antonio Enzo Masotina: 10 anni, 8 mesi e 20 giorni
  • Mirko Salvatore Celi: 8 anni e 20 giorni
  • Domenico Milella: 7 anni e 10 mesi
  • Francesco Keoma Iemma: 7 anni e 6 mesi
  • Ivan Loiacono: 4 anni e 8 mesi
  • Alfonso Capotosto: 4 anni
  • Andrea Mola: 4 anni
  • Gabriele Lavozza: 3 anni e 6 mesi
  • Jessica Rinaldi: 3 anni
  • Davide Lauria Pellegrino: 2 anni e 8 mesi
  • Milena Donofrio: 1 anno e 8 mesi
Nessuno riconosciuto in associazione: solo traffico e spaccio semplici. 


Milella, il pentito che non si è pentito

Barese di Japigia, fedelissimo di Palermiti, Milella diventa collaboratore nel 2020 dopo l’arresto per l’omicidio Rafaschieri (8 anni in appello). Le sue parole fanno tremare i clan: fa luce sulla faida del 2017, sull’inchiesta “Codice Interno” mafia-politica-imprenditoria. Ma sotto protezione – prima Genova, poi La Spezia – continua a comandare. Il gip: "Ha reclutato gente del vecchio giro, ha usato il cambio di località per aprire nuove piazze". Revocato il programma di tutela a gennaio 2025, resta collaboratore: "Non ritratterò una virgola", giura tramite l’avvocato.

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