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Cronaca

1 minuto e 26 secondi di lettura
di Annissa Defilippi
Un vasto giro di frodi informatiche, riciclaggio tramite criptovalute e produzione di sostanze anabolizzanti è stato smantellato dai carabinieri del comando provinciale di Genova, in collaborazione con la sezione criptovalute del comando carabinieri antifalsificazione monetaria e i Nas di Napoli e Salerno. Le perquisizioni hanno portato al sequestro di un laboratorio per la produzione di sostanze dopanti, con farmaci e macchinari, 960.000 euro in contanti, 3 wallet di criptovalute (Bitcoin, USDT, Ethereum) per un valore di 31.000 euro, numerose carte di credito intestate a prestanome, 50 cellulari, 50 SIM card, monili in oro per 25.000 euro, un jammer e rilevatori di frequenza.

La truffa dell'sms

Su delega della procura della Repubblica di Napoli, XI Sezione Sicurezza dei sistemi informatici, sono state eseguite perquisizioni nelle province di Napoli, Salerno e Caserta, portando alla denuncia di 10 persone per reati di associazione per delinquere finalizzata a frodi informatiche, accesso abusivo a sistemi informatici, riciclaggio, autoriciclaggio e produzione di sostanze dopanti. L’indagine è partita dalla denuncia di un cittadino genovese, vittima di una truffa informatica nel dicembre 2023, realizzata con la tecnica dello smishing: sms fraudolenti, apparentemente inviati dalla banca, segnalavano falsi problemi su conti correnti, spingendo la vittima a fornire dati sensibili. 

Un negozio come fulcro per il riciclaggio

Successivamente, un finto operatore bancario convinceva la vittima a effettuare bonifici verso conti intestati agli indagati. Le indagini hanno svelato un’organizzazione criminale con base a Napoli, operante in tutta Italia, che utilizzava un esercizio commerciale come fulcro per il riciclaggio dei proventi illeciti, anche attraverso la compravendita di criptovalute. Parallelamente, uno degli indagati gestiva un traffico di anabolizzanti, movimentando ingenti somme di denaro. 
 
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