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Cronaca

La richiesta di alcuni avvocati degli imputati è di trasferirlo a Roma dove si sono consumati alcuni reati di falso
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di Michele Varì
Si terrà oggi, 30 settembre, a Roma, in camera di consiglio l'udienza presso la Cassazione che deciderà le sorti del cosiddetto processo Morandi bis, il dibattimento sulla gestione della rete autostradale ligure nato dopo il crollo del ponte Morandi (14 agosto 2018, 43 vittime).

L'inchiesta che ha portato al processo verte sui falsi report per accertare le condizioni di gallerie e viadotti, sulle barriere antirumore pericolose e sul crollo di una parte della volta della galleria Berté in A26.

Avviato a rilento nel tribunale di Genova, il processo con 45 imputati (25 dei quali a processo principale per il crollo del viadotto) è stato sospeso perché potrebbe essere trasferito a Roma per competenza. A sollevare la questione erano stati diversi avvocati degli imputati secondo i quali il reato di falso - il più grave tra quelli contestati - si è consumato a Roma in quanto i report sui controlli di viadotti e gallerie erano inseriti sei server di società autostrade che si trovano nella Capitale.

Se i giudici accoglieranno l'eccezione sollevata dai difensori il processo sarà trasferito a Roma e dovrà cominciare da capo. In caso contrario, come è probabile, il dibattimento proseguirà a Genova dove la prossima udienza è già stata fissata il 27 novembre.

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